25 Febbraio 2005
Lettera di Parisi al Corriere della Sera a proposito di un presunto incontro segreto con Capezzone, segretario dei Radicali
Autore: Arturo Parisi
Caro direttore,
leggo sul “Corriere della Sera” di un presunto “tavolo segreto
Parisi-Capezzone” a proposito del confronto tra l’Unione e i Radicali.
Mi consenta almeno di sorridere. Non fosse altro per il fatto che ho
conosciuto e incontrato Daniele Capezzone per la prima e unica volta
nella mia vita mercoledì scorso in occasione dell’incontro
ufficiale dell’Unione con i Radicali al quale ho preso parte in
rappresentanza della Margherita in assenza di Francesco Rutelli
impegnato all’estero. Mai come questa volta un confronto politico si è
svolto in tutti i suoi episodi alla luce del sole, documentato dalle
agenzie, ripreso dalle telecamere, e spesso raccontato addirittura in
diretta grazie a Radio Radicale: con posizioni note sin dall’inizio da
parte di tutti. Quelle mie personali sono le stesse che ho esposto nel
mio partito e che ho rappresentato a nome del mio partito. Capisco che
l’eccesso di scena possa essere il migliore alimento per i retroscena,e
fermarsi all’informazione possa sembrare banale. Ma le posso assicurare
che l’unica verità è come poche altre volte quella sotto gli
occhi di tutti. Se si ha la pazienza e la voglia di andare oltre le
apparenze: quelle delle argomentazioni che vengono dall’esterno e dal
passato della politica e quelle del fantasioso teatro della
comunicazione alle quali ci ha abituato da sempre Pannella non è
difficile ritrovare le cause vere del fallimento del confronto con i
radicali. La verità è che se l’accordo con i Radicali non è stato
possibile, questo è stato solo per ragioni politiche. Per il fatto cioè
che i Radicali tardano a rendersi conto che il nostro sistema è
ormai di tipo bipolare e per poter giocare in esso un ruolo compiuto
bisogna scegliere se stare “qui o lì”. Pretendere di non stare né qui
né lì, o sia qui che là, e addirittura rifiutarsi di spiegare
politicamente perchè si sta qui e non si sta là non è più
accettabile.
Non saremmo giunti al punto al quale purtroppo, ripeto, purtroppo
siamo giunti, se i Radicali avessero capito in tempo che non era
ammissibile l’impostazione che hanno dato troppo a lungo al confronto,
guidata nella pratica dalla ricerca del “miglior offerente”, e
nella teoria dalla pretesa che noi avremmo dovuto accettare di
considerarci equivalenti e fungibili con quel “Silvio” che noi
consideriamo il nostro principale avversario e un pericolo per la
democrazia del nostro Paese. Questo è quello che ho detto nel corso di
un confronto che ho cercato di svolgere in modo rigoroso, ed esigente
ma leale e aperto, del quale è possibile a chiunque ricostruire ogni
passaggio. Se un errore abbiamo fatto è semmai quello di non avere
segnalato con la dovuta forza e tempestività
l’inaccettabilità di questo tipo di comportamento da parte dei
Radicali. Ma l’abbiamo fatto per il profondo rispetto che portiamo
loro, nonostante la consapevolezza della loro “diversità ” e nonostante
il fastidio spesso prodotto dal loro “modus operandi”.
A che serve,e soprattutto a chi serve continuare a inventarsi una storia diversa da quella realmente accaduta?
Arturo Parisi
Presidente Assemblea Federale DL Margherita