Roma – “Non esco dal comitato referendario e non faro’ rinviare il referendum”. Il ministro della Difesa, Arturo Parisi, intervistato a ‘R retroscena’, in onda sabato su LA7, annuncia di non aver alcuna intenzione di lasciare il comitato promotore del referendum elettorale.
E ai colleghi di governo Vannino Chiti e Clemente Mastella – che lo invitano a disimpegnarsi – risponde: “Abbiamo preso un impegno come governo, e ancora prima come maggioranza, di assecondare un processo che superi l’attuale legge. Una legge che davanti agli elettori abbiamo definito piu’ o meno con le parole pronunciate dall’allora ministro Roberto Calderoli: e cioe’ ‘una porcata’”.
“E io dovrei lasciare questo impegno e questa battaglia solo per questo?”, si chiede Parisi. “Ho firmato una richiesta di referendum che ancora non e’ stata sottoposta ai cittadini- dice- dando cosi’ seguito ad un impegno che abbiamo preso di fronte agli elettori”.
Il ministro della Margherita pronuncia un altro “no” dinnanzi alla richiesta del leader del suo partito, Francesco Rutelli, di rinviare di un anno la raccolta delle firme per favorire un accordo sulla legge elettorale: “Se noi oggi ci troviamo a discutere della legge elettorale, e quindi a dar seguito ad un impegno preso di fronte agli elettori, e’ proprio perche’ e’ stata avanzata la proposta di un referendum. Immaginate cosa accadrebbe nel momento in cui si dicesse che il referendum e’ ormai superato? Se ne parlerebbe alla fine della legislatura.
Piu’ o meno come e’ successo in quella passata”.