10 Giugno 2006
La lettera inviata da Arturo Parisi all’Assemblea Federale tenuta stamani a Roma
Caro Giampaolo, caro Francesco, cari amici dell’Assemblea Federale
MI DIMETTO DA PRESIDENTE MA IL MIO IMPEGNO PER IL PARTITO DEMOCRATICO NON VIENE MENO
Avevo immaginato questo nostro primo incontro postelettorale innanzitutto come un giorno di festa.
Un giorno di festa per la vittoria delle nostre ragioni. Un momento di sosta per ragionare sul come riprendere il cammino comune.
Contrastando l’intenzione e il desiderio di partecipare fin dall’inizio alla Assemblea Federale di questa mattina, le mie nuove responsabilità mi hanno portato invece nella mia Sardegna per condividere con i familiari e gli amici l’estremo saluto al Caporale della Brigata Sassari Alessandro Pibiri che, come sapete, è caduto recentemente in nome e per conto della Repubblica nella lontana terra irakena.
Una scelta che è il riconoscimento della nostra impotenza e allo stesso tempo la testimonianza del nostro impegno perché il rientro del nostro contingente dall’Irak si svolga, nel rispetto degli impegni presi con gli elettori, nella massima sicurezza per l’incolumità dei nostri soldati e della stessa popolazione di quella terra. Un rientro: non un ritiro e men che mai una fuga.
Purtroppo ancora una volta il sangue, il dolore e la morte segna un passaggio della nostra vicenda politica ricordandoci il dramma e le contraddizioni della Storia. Ancora una volta la nostra libertà è chiamata a sottrarre gli eventi al dominio del caso governandoli assieme con gli strumenti della democrazia.
Questa chiamata dalla quale ci siamo sentiti sempre interpellati a prescindere dalle nostre specifiche responsabilità pubbliche ci trova questa volta caricati oltre che delle responsabilità di uomini e di cittadini, di un mandato a governare che abbiamo ottenuto e prima ancora chiesto agli italiani.
Per questo motivo da questo momento tutte le nostre priorità, quelle collettive e quelle personali, sono sono costrette a ridefinirsi.
La scelta di partecipare al Governo in una responsabilità che sapevo gravosa e che vedo ogni giorno di più appesantirsi chiama innanzitutto me a questa ridefinizione.
Pur intravvedendo comunque l’approssimarsi di un passaggio di fase che mi avrebbe consentito e imposto di mettere un po’ d’ordine nei miei impegni, la consapevolezza delle mia nuova responsabilità mi chiede in particolare di coordinare meglio quelli che sono gli impegni di partito e quelli ora di governo.
Per questo motivo sono venuto nella determinazione di dare le dimissioni da Presidente della Assemblea Federale e dalla connessa responsabilità della Presidenza del Comitato di Tesoreria della Margherita limitando la mia partecipazione alla vita di partito e la mia disponibilità ai soli momenti più propriamente politici e alle sedi di natura collegiale.
Questo non corrisponde minimamente ad un abbandono della mia partecipazione alla elaborazione politica comune e alla battaglia per l’ulteriore affermazione delle nostre ragioni.
Con la vittoria dell’Unione con la guida di Romano Prodi, l’avanzamento del sistema bipolare, la riaffermazione dell’Ulivo, l’apertura del cantiere del Partito Democratico, qualcuno potrebbe pensare che la missione della Margherita sia ormai estinta per conseguimento della ragione sociale della nostra impresa. Io penso invece di no. Molta è la strada che abbiamo fatta ma ancora di più quella che resta da fare. Son sicuro che l’unità che abbiamo ritrovato grazie ad una lettura condivisa del risultato delle Primarie e il messaggio che assieme abbiamo letto nel voto per l’Ulivo rafforzerà la nostra fiducia. Il Paese ha bisogno dell’Unione, l’Unione ha bisogno dell’Ulivo, e il Partito Democratico ha bisogno della Margherita: non solo delle nostre idee e della nostra competenza, ma anche della nostra azione organizzata.
Per questo motivo pur nella ridefinizione operativa del mio ruolo vorrei che mi sentiste oggi più che mai impegnato con voi per la battaglia di sempre non solo a causa delle mie responsabilità di governo ma in nome della stessa passione che ha guidato finora il nostro cammino.
Arrivederci presto e intanto un abbraccio affettuoso per tutti.
Arturo