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30 Agosto 2008

La cattiva coscienza degli ulivisti ad intermittenza

Autore: Arturo Parisi
Fonte: La Stampa

Caro direttore,
tramite il suo giornale Francesco Rutelli ci chiede da Denver, Colorado, Stati Uniti, come si “potrebbe mai avere nostalgia per quel caravanserraglio che era l’Ulivo”?
Caravanserraglio? Non ricordo che Rutelli chiamasse così l’Ulivo che lui guidò nel 2001, nè la coalizione di centrosinistra con la quale governò Roma negli anni precedenti, nè quella con cui pretendeva di guidare di nuovo Roma appena quattro mesi fa.
Ecco spiegato perchè neppure un anno fa siamo scesi in campo con la parola d’ordine della discontinuità con i quindici anni passati.
La discontinuità predicata da Rutelli e fatta propria da Walter Veltroni, che non a caso sempre da Denver sembra essere richiamato all’ordine nella prospettiva della ripresa autunnale, non è infatti una discontinuità con la azione del quindicennio passato ma con la cattiva coscienza di alcuni che in questi anni sono stati ulivisti ad intermittenza.
Dire che l’Ulivo era già allora un caravanserraglio non è semplicemente riconoscere i nostri limiti per non essere ancora riusciti a costruire attorno alla nostra unità l’unità di tutto il centrosinistra. Dire caravanserraglio equivale invece a denunciare che quello era un progetto sbagliato fin dall’inizio, che avevamo venduto agli elettori merce avariata, e che il nostro governo è semplicemente fallito perchè non poteva riuscire.
Ecco anche spiegato perchè abbiamo perso e senza un chiarimento profondo siamo destinati a continuare a perdere. Perchè non siamo riusciti a spiegare perchè per quindici anni abbiamo dato ad intendere di seguire un percorso, e perchè lo abbiamo improvvisamente mutato. Perchè abbiamo dato ad intendere di cambiare linea secondo le stagioni e le opportunità, ognuno secondo i ruoli personali che si trova ogni volta ad intepretare: dalla parte dell’Ulivo quando dell’Ulivo si era alla guida, contro l’Ulivo quando si era interessati alla sua dissoluzione o superamento.
Perchè Rutelli non ha detto questo nel 2001 quando, su iniziativa dei Democratici, venne candidato, attraverso una dura battaglia, alla guida dell’Ulivo? Perchè non ha ripetuto questi semplici concetti lo scorso aprile mentre la mattina operava nelle elezioni politiche per la dissoluzione consensuale del caravanserraglio e l’interruzione del cammino del quindicennio passato, e di sera si spendeva invece per ricostituire lo stesso caravanserraglio perchè potesse riportarlo come sindaco alla guida del Comune di Roma in nome della continuità con lo stesso deprecato quindicennio? Poteva mai illudersi che gli elettori non rilevassero e duramente punissero questa contraddizione?
Ci consenta Rutelli di dissentire da lui e di dichiarare la nostra nostalgia di un Rutelli che nel 2001 fece crescere l’Ulivo, non grazie a quel personale “non so che” che qualcuno confonde col “carisma” ma perchè propose in modo convincente la linea della quale, a differenza di lui, noi siamo ancora convinti.
Ci consenta Rutelli di ripetere che una democrazia bipolare funziona solo se ci sono due poli tra loro alternativi e competitivi, e che la nostra fatica, il nostro compito storico è costruire nell’interesse dell’Italia il polo di centrosinistra. Impariamo da Berlusconi, da quel che Berlusconi, nell’interesse proprio e con beneficio per il Paese, con continuità, determinazione e spesso con pazienza, a partire dal 1994 ha fatto o, almeno, tenta di fare per il polo di centrodestra pur tra contraddizioni non minori di quelle del nostro campo: basti pensare alla contraddizione tra il tradizionale nazionalismo di An e l’iniziale progetto separatista della Lega.
E’ questo il compito storico al quale siamo chiamati: fare del Pd il timone, il baricentro di uno schieramento alternativo al centrodestra capace di competere e vincere, fare della unità del Pd una “unità per unire”, come, sotto il segno dell’Ulivo, ripetiamo da quindici anni, e non una unità per dividere: con pazienza continuità e coerenza, attraverso tentativi ed errori.

Arturo Parisi
leader ulivista del Pd