Pristina – C’e’ preoccupazione e ansia per il futuro del Kosovo, un’ansia che si nutre della memoria del passato. Questo ha trovato il ministro della Difesa Artuto Parisi in visita al contingente militare italiano dispiegato tra Pec, Pristina, Dakovica dove ha incontrato numerosi esponenti politici dal primo ministro Agim Ceku, Steven Schook, rappresentante speciale del segretario generale dell’Onu, e gli esponenti della minoranza serba che vivono in Kosovo.
“La fine di questa missione in Kosovo – ha spiegato Parisi ai giornalisti – e’ lontana, molto lontana. L’Italia segue la linea di partecipazione con un atteggiamento aperto alla definizione futura dello status del Kosovo. E’ evidente che e’ necessario la partecipazione di tutte le parti per definire il futuro e una delle preoccupazioni principali e’ la salvaguardia della minoranza serba”. L’ipotesi a cui si lavora e’ quella dell’indipendenza del Kosovo dalla Serbia, un percorso delicato che ha bisogno della “massima prudenza”, come ha ricordato lo stesso Parisi a cui si deve giungere con l’accordo fra tutte le parti.