A differenza di quello che a proposito del ritiro dei nostri soldati dall’Iraq i telespettatori hanno sentito con le loro orecchie ieri sera a Porta a Porta e poi letto oggi sul Foglio, Berlusconi dichiara oggi di aver indicato settembre solo come il termine a partire dal quale auspica che si creino le condizioni per un ritiro graduale delle truppe. Auspicio per auspicio, quello che non si capisce è perché si debba attendere settembre per auspicare che la situazione iraqena migliori. Quello che invece si capisce è che a seguito delle reazioni degli alleati Berlusconi si è accorto di averla detta grossa, o meglio di averla detta più grossa del solito e di quello che gli è consentito, e che tenta in tutti i modi far dimenticare l’unica buona notizia che poteva darci prima di quella che attendiamo dalle urne il 5 aprile. In attesa della exit strategy delle truppe dall’Iraq, l’unica exit strategy che ci è dato di valutare è quella di Berlusconi dalle proprie spacconate. Penosa!