3 Marzo 2005
In risposta a Bertinotti
In risposta al Bertinotti che su Liberazione risponde all’accusa di incoerenza perché “una volta sostenevo che bisogna far saltare l’Ulivo e ora non lo dico più” dicendo “Possibile che non sono accorti che l’Ulivo non c’è? E’ finito, sciolto, persino formalmente cancellato. Come faccio a rompere il fortino se quel fortino non esiste più?”
“Prima ancora che un nome e una forma organizzativa, (di cartello partitico nel ’96, di federazione ora tra quattro partiti), l’Ulivo è ed è stato una idea, un progetto. Le idee non sono fortini da rompere. A quella idea, con quel progetto Fausto Bertinotti ha aperto un confronto che noi prendiamo sul serio, un confronto dall’interno guidato da un patto per il governo del Paese che noi chiamiamo “Unione”. Noi pensiamo che questo confronto, questo patto, questo obiettivo sia lo svolgimento ulteriore del progetto dell’Ulivo. Lui preferisce dire che è il suo superamento. Svolgimento, superamento, o come preferiremmo svolgimento ad un livello superiore non ci importa. Quello che conta è il confronto iniziato continui.
A BERTINOTTI CHE SUL CORRIERE RIPETE IL SUO SOGNO SULLA FINE DELLA PROPRIETA’ PRIVATA’.
A parte il fatto che Bertinotti riconosce come questo sia un tema estraneo alla disponibilità della legge non posso dimenticare che anche nelle “terre nuove e nei cieli nuovi” che i Cristiani attendono come compimento della Storia, ripeto, come compimento della Storia, non ci sono come ci ricorda S.Paolo né uomini né donne, né mariti né mogli, né padroni né servi, né proprietari né proletari. Dov’è allora il problema?
A BERTINOTTI A PROPOSITO DELLA NECESSITA’ DI REVISIONARE IL PATTO DI GOVERNO NEL TEMPO CON I MOVIMENTI
Quello che conta è l’affermazione della sua lealtà al programma. Sappia che noi lo prendiamo sul serio. Ogni programma è inevitabilmente affidato alla sua attuazione. Ma le valutazioni al riguardo non possono che svolgersi nelle sedi istituzionali competenti nel rispetto delle regole previste e soprattutto del patto programmatico stretto con e davanti agli elettori.