Roma – Parisi ricorda, nel corso dell’audizione, che il numero complessivo
dei nostri soldati impegnati all’estero nell’ambito di missioni internazionali si attesta
su un livello di circa 8.000 unita’, tra cui 2.450in Libano, 2.300 in Afghanistan e altri
2.300 in Kossovo. La presenza militare italiana all’estero, spiega Parisi,”corrisponde
alla nostra volonta’ di partecipare all’azione di sostegno alla pace e alla stabilita’
mondiale”. Il ministro non ha dubbi, l’Italia ”non puo’ essere indifferente ai conflitti
che minacciano la pace, omettendo di dare un contributo per la pacificazione ed il ristabilimento
della legalita’ internazionale. E’ un dovere politico, solennemente sancito dalla nostra
Carta costituzionale”.
La presenza italiana, simultanea, nelle tre missioni ricordate
costituisce ”in ciascuna di esse – dice Parisi – uno degli elementi utilizzati per definire
cio’ che in gergo si chiama ‘livello di ambizione’ di un Paese, ma che io preferirei definire
‘livello di responsabilita” internazionale”. Parisi spiega che per mantenere 8.000 uomini
in operazioni all’estero, ”un numero almeno triplo si trova nelle varie fasi di approntamento,
o di recupero o di riorganizzazione al ritorno dallo schieramento”. Alle spalle di questa
componente operativa, continua il ministro, ”si trova poi la macchina logistica, scolastico-addestrativa
e amministrativa che rende materialmente possibile sia la condotta delle operazioni sia
la preparazione delle forze armate da impiegare”.
Per Parisi quindi il cosiddetto ‘livello
di ambizione’, ovvero – spiega – ”la consistenza delle capacita’ operative esprimibili
dalle Forza armate puo’ essere mantenuto solo a condizione che questo meccanismo di ‘generazione
delle capacita” sia adeguatamente alimentato, sia in termini di reclutamento di nuove leve
militari in eta’ giovanile, sia in termini di risorse economiche, necessarie a garantire
l’addestramento, la manutenzione ed il progressivo rinnovo degli equipaggiamenti”.
Quando
il Parlamento delibera le spese per la partecipazione delle Forze armate alle missioni all’estero,
”materialmente consente di finanziare – spiega Parisi – i costi vivi e diretti di tale
partecipazione. Ma non deve essere dimenticato – avverte – che l’approntamento delle capacita’,
quindi il raggiungimento ed mantenimento del ‘livello di ambizione’, ricade sul bilancio
ordinario della Difesa”. Per questo ”approntando ed alimentando adeguatamente le Forze
armate – conclude Parisi – poniamo le basi per un’azione continuata nel tempo, che possa
cioe’ essere sostenuta adeguatamente, senza far decadere le capacita’ operative esprimibili
dai contingenti nazionali, che devono poter contare su un flusso costante di nuove risorse
umane ed economiche”.