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8 Settembre 2005

Elezioni: De Mita, se Udc va sola deflagrante anche per Unione

Fonte: AGI

Porto Santo Stefano – “Se l’Udc assumesse sulla legge elettorale la decisione della rottura e si presentasse da sola sarebbe un elemento di potenziale deflagrazione nelle due coalizioni”.


Ne e’ convinto Ciriaco De Mita che, intervistato alla Festa della Margherita a Porto Santo Stefano, ha affrontato la situazione in cui si trova oggi la Cdl e in particolare l’Udc con le possibili conseguenze che potrebbero esserci anche per l’Unione.


De Mita ha detto di auspicare che “la rigidita’ in blocco si rompa”, ma ha aggiunto: “io sono abituato a sostenere movimenti che hanno possibilita’ di riuscire. Certo, se quelli rompono di la’, rompono dentro qua. Non perche’ facciano il terzo polo, a parte che i poli possono anche essere piu’ di due…”.


L’ex presidente del Consiglio ha spiegato di avere “stima per Casini e Follini perche’ dialogano e non sono banali”, ma ha osservato: “loro si pongono il problema di rinnovare il centrodestra rimanendo in quello schieramento, ma non e’ possibile”.


Ma non e’ lo stesso obiettivo della Margherita?, incalza il giornalista. “No – ha risposto De Mita – te lo dico io che sto in maniera abbastanza libera nel centrosinistra. Si sta di qua o di la’ per scelte politiche, la politica non e’ un minuetto”.


Entra quindi nel vivo del dibattito di questi giorni sulla possibilita’ di un grande centro: “Ero convinto che la tradizione culturale non socialista non potesse essere recuperata nel centrodestra, ma con la posizione di Casini e Follini ho cominciato a pensare che la partita e’ aperta.

E’ piu’ agevole giocarla di qua, ma comunque e’ aperta”. Aggiunge che avrebbe apprezzato di piu’ l’Udc se avesse avuto lo stesso rigore su riforme, fisco e politica estera: “Voglio vedere se il 19 e 20 settembre alla Camera l’Udc ha la stessa forza di dire no.

La loro posizione mi sembra un po’ contraddittoria e ambigua”. In ogni caso, anche se definisce il disegno di Follini e Casini “discutibile ma comunque con un qualcosa di politico”, meno lusinghiere sono le sue parole verso l’alleato Clemente Mastella nel quale dice di vedere “un po’ di politica di cabotaggio”.