Leggo sul suo giornale di ieri un retroscena dal titolo: “Parisi, nel governo c’è chi cerca la sponda di Casini” a firma di MariaTeresa Meli che darebbe conto di alcune mie considerazioni svolte in occasione di un incontro avuto con i capigruppo parlamentari del Prc e dei Verdi. Pur non illudendomi di poter contestare o anche solo contrastare la trascrizione tra virgolette delle mie parole, alla quale mi sono ahimè abituato, sento il dovere di una precisazione. Quello che nell’articolo è infatti vero non è una notizia, quello che sarebbe una notizia non è vero. E’ vero che io ho ancora una volta ribadito la mia totale fedeltà alla logica bipolare fino al limite di accettare di essere considerato un estremista.
Questo mi ha indotto ripetutamente a dichiarare che la politica estera e di difesa chiama ad una convergenza che va oltre i limiti della maggioranza di governo, ma impegna innanzitutto la coalizione che si è presentata unita agli elettori per governare unita il Paese a dar prova di questa unità e capacità di governo. Di questa posizione ho dato ripetuta testimonianza con dichiarazioni pubbliche che anche sul suo giornale sono state pubblicate e legittimamente criticate da chi da me dissente sul piano costituzionale e politico. Quello che invece non è vero è che io abbia indicato, o alimentato sospetti su altri colleghi di Governo e men che mai sul collega D’Alema accusandoli di giocare di sponda con componenti della opposizione e segnatamente con l’on. Casini per modificare nel voto il perimetro della maggioranza. Questo è almeno quel che io ho detto nel corso dell’incontro e vado ripetendo da tempo. Cosa altri possano aver riferito è altra cosa.
ARTURO PARISI
Ministro della Difesa
”La discussione si e’ concentrata solo sul merito politico e tecnico della missione in Afghanistan. La nostra posizione – conclude Migliore – rimane quella interlocutoria, per convincere il governo al superamento della missione Enduring Freedom”.
08/07/06