Sono qua tra i Comunisti Italiani per ascoltare e per rinnovare la
solidarietà e l’amicizia leale che sento legarmi a loro all’interno
dell’Unione. Son qui in nome dell’impegno che ci vede uniti dal ’96 a
contrastare i rischi aperti nel nostro Paese dall’irruzione dell’iniziativa
di Berlusconi.
Sono qui in nome del cammino che ha trasformato nel tempo
quella opposizione in un positivo comune progetto di governo al servizio
del Paese. Son qui da Democratico in nome di una visione del Partito
Democratico che proprio in questi giorni nasce per mettere la propria unità
al servizio della unità dell’Unione. Son qui pensando ad un Partito Democratico
di ispirazione ulivista che rifiuta di pensarsi all’interno della Unione
come parte contrapposta ad altre parti, come destra della sinistra, come
parta moderata e centrista contrapposta ad una sinistra radicale, e perciò
pensando ad un Partito Democratico chiamato a confrontarsi e farsi carico di
tutte le ragioni che condividono il progetto di governo dell’Unione.
Lo dico
senza sottovalutare il senso dell’aggettivo che continua orgogliosamente a
segnare il nome del Partito qua riunito a Congresso. Lo dico senza
dimenticare niente del carico che alla mia stessa azione di ministro della
Difesa è venuta in questi mesi dalle domande rappresentate dal Pdci. E
tuttavia in nome della democrazia governante che ha guidato fin qui i nostri
passi, in nome della necessità di costruire all’interno del confronto bipolare
l’unità del centrosinistra dico che questo confronto non ha per me
alternative.