Dispiace che anche oggi il Ministro Frattini, così come in passato altri membri del Governo, torni in una intervista ad avvalorare la tesi oggettivamente ingiuriosa che i caveat precedentemente previsti in Afghanistan fossero finalizzati ad impedire che i nostri militari potessero comunque combattere, col rischio di lasciarli indifesi sotto attacchi ostili. Frattini ci costringe così a ripetere ancora una volta che i caveat erano invece finalizzati soltanto ad impedire che i nostri militari si trovassero di fatto stabilmente, cioè a dire non in situazioni eccezionali, a combattere per una missione e sotto una linea di comando diversa da quella autorizzata dal Parlamento, senza che il Parlamento ne fosse previamente informato. A questo e soltanto a questo era finalizzato il termine massimo di 72 ore previsto per l’autorizzazione nei casi non eccezionali “in extremis” per i quali la competenza restava affidata alla valutazione dei comandanti sul terreno. Prendere con gli Stati Uniti l’impegno di autorizzare un intervento non occasionale al di fuori della missione deliberata, in un tempo inferiore a quello previsto in 72 ore significa esporsi al rischio di dover dire no all’alleato per impossibilità di acquisire la autorizzazione parlamentare, o di dirgli se senza aver sentito il Parlamento. Per quello che riguarda lo svolgimento della missione Isaf, finalizzata alla pace, ma, purtuttavia di natura pienamente miitare, il Governo ha sempre sostenuto l’azione militare dei nostri militari, mettendo tempestivamente a loro disposizione ogni mezzo che consentisse di conseguire gli obiettivi affidati nelle massime condizioni di sicurezza. Son sicuro che a questa linea continuerà ad attenersi il Pd anche se all’opposizione. Sostegno pieno e leale alle missioni approvate dal Parlamento nel rispetto della Costituzione. Ferma opposizione ad ogni iniziativa estranea al mandato parlamentare.