Roma – Ai militari italiani a Kabul e’ vietato l’uso delle armi? “Assolutamente no. I nostri soldati sono in una missione che e’ per la pace. Tuttavia, sono coinvolti in una missione che e’ una missione militare. Per cui, se costretti dalla necessita’ di difendersi, sono chiamati ad usare la forza legittima, tutta e solo la forza che e’ necessaria a contrastare la minaccia”.
Il ministro della Difesa, Arturo Parisi, nell’intervista a ‘R retroscena’ che andra’ in onda sabato 17 marzo alle 23,30 su LA7, parla delle missioni militari italiane all’estero, si sofferma su quella in Afghanistan e punta l’indice su “un velo di ipocrisia, e forse anche piu’ di un velo”.
Quando gli si chiede se reparti italiani siano gia’ stati impegnati in operazioni di guerra, replica: “Guerra e’ la parola piu’ sbagliata che si possa usare per l’Afghanistan”. Ma si puo’ dire che le nostre truppe sono gia’ intervenute militarmente?: “Intervengono in continuazione, perche’ anche il solo controllo di una linea di comunicazione espone le forze al rischio dell’attacco e, qualora l’attacco ci dovesse essere, alla necessita’ della risposta”.
“L’articolo 11 della Costituzione – sottolinea Parisi – va rispettato integralmente, sia nella parte che ci chiama a rifiutare la guerra, e quindi ad esercitare la nostra azione solo in termini di difesa, sia in quella che ci chiama ad impegnarci attivamente per la pace, nel quadro delle organizzazioni internazionali che la ricercano e la propongono”.