PEC (KOSOVO) – L’attentato di ieri a Kabul durante una parata militare, al quale e’ scampato lo stesso presidente Karzai, e’ stata ”un’aggressione circoscritta, occasionale”, che non indurra’ certo gli italiani ad ”uscire a mani in alto”; al contrario, dice il ministro della Difesa, Arturo Parisi, ”ci impegneremo ancora di piu’ sul versante della formazione dell’esercito afghano”.
”L’attentato di ieri – afferma il ministro, parlando con i giornalisti durante la sua visita di commiato al contingente italiano in Kosovo – e’ la conferma che la situazione e’ inquieta, ma allo stesso tempo la conferma della necessita’ di un impegno perche’ il quadro ora instabile sia sostenuto nella stabilizzazione”. Secondo il ministro Parisi, l’attacco nel corso della parata deve essere ”valutato per quello che e’: l’espressione di un disegno. Naturalmente – aggiunge – questo non ci deve sorprendere perche’ nel confronto tra gruppi e tra forze che si contrappongono ciascuno ha un disegno: il nostro e’ quello scritto nel nome stesso della missione alla quale partecipiamo e cioe’ la stabilizzazione del nuovo stato democratico che si va affermando in Afghanistan”.
”Ricordo – prosegue Parisi – che questo cammino ha alle spalle tutto sommato pochi anni e quindi anche episodi di questo genere, che certamente ci allarmano, devono essere valutati nella esatta misura, senza che per cio’ si debba uscire a mani in alto per una occasione e circoscritta aggressione”.
Ma la presenza delle forze internazionali in Afghanistan, italiani compresi, sara’ dunque di lungo periodo? Il ministro risponde che ”questa non e’ una novita”’ perche’ c’e’ stata sempre la consapevolezza di una presenza a tempo indeterminato: ”tuttavia – spiega Parisi – dobbiamo anche ricordare il cammino fatto. E’ vero, infatti, che c’e’ ancora molto da fare, ma molto e’ stato gia’ fatto come dimostra la stessa cerimonia di ieri, che da sola sta a rappresentare una forza militare e uno stato che si stanno costituendo”.
”Lasciamo il testimone consapevoli di aver dato seguito agli impegni presi – afferma il ministro della Difesa alla vigilia della fine del mandato del suo governo – e sapendo che siamo in condizione di mantenerli per il presente e per il futuro. Ci apprestiamo a portare a compimento il comando nella regione di Kabul e a continuare ad assolvere la funzione di responsabilita’ nella regione ovest del paese intensificando l’impegno nella formazione dell’esercito nazionale afgano che costituisce di per se’ l’impegno principale. L’obiettivo della missione, infatti – conclude – e’ quello di aiutare gli afghani a fare da soli. Noi siamo li’ per questo e ci impegneremo ancora di piu’ con questo obiettivo”.