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11 Settembre 2006

11/9: fine epoca mondo diviso, ritrovata unità nazioni

Fonte: Ansa

ROMA – ”Con l’11 settembre finisce in qualche modo l’epoca del mondo diviso, di quella concezione di contrapposizione tra parti che aveva guidato il mondo sino alla caduta del muro ed e’ in nome di questa ritrovata unita’ che tutte le nazioni sono chiamate ad unirsi, a pensarsi come nazioni unite”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Arturo Parisi, intervenendo a Baobab, su RadioUno.


”E’ per questo motivo – ha aggiunto – che noi collochiamo e attribuiamo all’organizzazione delle Nazioni Unite la competenza prima per la guida di questa azione, il luogo piu’ adeguato perche’ il confronto tra l’aggredito e l’aggressore non sia confuso come uno scontro tra civilta’ o come uno scontro tra parti del mondo che si confrontano come un tempo si confrontavano all’interno della categoria della guerra”.


”L’11 settembre di cinque anni fa si e’ aperta una nuova epoca che ci chiama ad una nuova consapevolezza”, ha detto Parisi. ”Innanzitutto alla presa d’atto del fatto che il mondo e’ un mondo unico ed unito che e’ chiamato a confrontarsi con le sfide che lo attraversano”. Ma nel caso del terrorismo internazionale, ha avvertito, ”questa sfida non puo’ essere ridotta solo a un fatto militare”.


La lotta al terrorismo, ha aggiunto il ministro, e’ ”globale, nei due significati che questa parola ha nella lingua italiana: mondiale perche’ riguarda tutto il globo, e complessiva, perche’ riguarda tutti gli aspetti. Quindi l’azione alla quale siamo chiamati e’ appunto un’azione complessiva che attraversa tutto il pianeta. Questo e’ il punto per confrontarsi con le sfide: oggi quella che chiamiamo del terrorismo fondamentalista di origine islamica, domani altre possibili sfide, come quelle che fanno capo per esempio alla malavita organizzata che ugualmente sfidano il pianeta e con le quali il mondo deve cominciare a confrontarsi, guidato dalla consapevolezza della sua unita”’.


Ma il mondo e’ veramente unito nella lotta al terrorismo globale? ”Innanzitutto e’ unito dalla consapevolezza”, ha risposto il ministro, ma ”non unito dalle risposte”, perche’ nel mondo vi sono ancora divisioni da cui ”derivano delle conseguenze per quello che riguarda il modo di affrontare questa nuova sfida”.