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23 Giugno 2005

Un sicuro passo indietro, due possibili passi avanti

Autore: Gx
Fonte: governareper.it

Il congelamento del progetto dell’Ulivo sottrae al centrosinistra un baricentro solido e allontana la prospettiva che la politica italiana cominci finalmente ad assomigliare, almeno un poco, alla politica degli altri grandi paesi europei, dalla Spagna alla Germania, dalla Francia alla Gran Bretagna, dove leader forti e partiti larghi sono in grado di mettere gli elettori di fronte ad alternative comprensibili, e di garantire governi di legislatura.

La predisposizione di parte del ceto politico verso le logiche dell’intermediazione partitica è rimasta latente solo per poco tempo. In alcuni casi non si è mai sopita e oggi riemerge con prepotenza Phonebus movie. Seguendo la logica dell’intermediazione partitica è difficile mettere gli elettori di fronte ad alternative comprensibili, è difficile formulare proposte convincenti, ed è ancora più difficile garantire governi di legislatura. Questo è particolarmente grave in un momento nel quale il paese ha bisogno di un’azione forte per il rilancio dell’economia.

Noi continuiamo ad essere persuasi che, per poter affrontare adeguatamente la prova del 2006, il centrosinistra abbia bisogno di una coalizione larga, di un baricentro riformista solido, di un leader autorevole window stoop. Senza un baricentro riformista solido la leadership è fragile, la coalizione larga rischia di sbandare al primo soffio di vento, la proposta di governo non appare credibile.

In questo quadro, non ci si può che rallegrare per gli impegni assunti dai segretari dei partiti del centrosinistra nel corso del loro più recente incontro Demigat download. Visto che il rafforzamento della Fed per la via politica maestra del comune impegno elettorale non è praticabile, si è deciso di rafforzare la credibilità della proposta di governo dell’Unione in altri modi. Si tratta di innovazioni di non poco conto, che non vanno sottovalutate.

I dirigenti dei partiti del centrosinistra dicono innanzitutto di voler introdurre, sulla base di un «accordo tra gentiluomini», una convenzione paracostituzionale secondo cui, in caso di eventuale crisi di governo nel corso di legislatura, saranno essi stessi a rendere ineluttabile lo scioglimento anticipato del Parlamento 통나무집 다운로드. Se i gentiluomini fossero tali e il patto fosse mantenuto, avremmo fatto un primo piccolo ma importante passo avanti verso la normalità. 

La singolare discussione che si è aperta a questo proposito circa la liceità costituzionale di questo patto è solo frutto della cattiva retorica che ha segnato il dibattito più recente intorno alle riforme costituzionali. Un dibattito che ha mischiato ragionevoli critiche alla proposta di riforma del centrodestra con argomenti privi di fondamento empirico e giuridico. 

Per criticare l’attribuzione al Premier di un potere discrezionale di scioglimento si è dovuto inventare (e quindi poi difendere) un potere discrezionale del Capo dello stato di incaricare chi vuole e di sciogliere il parlamento quando vuole 터미네이터 5 다운로드. Di questo potere, nei fatti, non esiste traccia in nessuna democrazia parlamentare europea. 

Non esiste nelle democrazie maggioritarie come Spagna, Gran Bretagna, Germania e Svezia, laddove il capo dello stato «prende atto» del risultato delle elezioni, per dare l’incarico, e al massimo può forse provare a resistere, ma non lo ha mai fatto, alla richiesta di scioglimento del Capo del governo. 

Questo potere non esiste neppure in una democrazia come quella Olandese, dove i governi sono frutto di complessi accordi di coalizione, ma in cui vale dall’inizio degli anni ottanta la regola per cui se la maggioranza si incrina in corso di legislatura si torna a votare. 

E del resto anche in Italia, nell’affidare l’incarico per la formazione del governo e nello sciogliere le Camere, il Capo dello Stato italiano ha sempre dovuto assecondare la volontà delle forze politiche in grado di esprimere una maggioranza, o di impedire la formazione di una qualche maggioranza. 

Questo non è avvenuto solo nei casi eccezionali in cui non v’era nessuna chiara preferenza in un senso o nell’altro di una chiara maggioranza parlamentare. La «discrezionalità» del Capo dello stato, in altri termini, non è affatto una misura della sua autorevolezza, ma è sempre stata solo una misura della ambiguità della situazione politica e della presenza di strategie divergenti tra le forze politiche potenzialmente in grado di costituire la maggioranza. 

I leader del centrosinistra hanno anche dichiarato di volere introdurre una seconda innovazione nella vita politica italiana, non meno importante della prima Microsoft office 2016 Hangul download. Il candidato Premier dell’Unione dovrà essere scelto in una elezione primaria, aperta a tutti i cittadini che si riconoscano nella coalizione. 

Si tratta di una esigenza che viene posta ormai da vari anni. Se ne iniziò a parlare nel 1999, in un seminario promosso dall’associazione «Carta 14 giugno» e organizzato da Beniamino Andreatta. Le sue parole introduttive a quel seminario, di cui intendiamo riproporre gli atti, non potrebbero essere più chiare e attuali. 

«Eravamo convinti che l’accordo concluso all’inizio di questa legislatura in Italia, comportasse, nell’ambito della maggioranza, un impegno a sostenere comunque il Governo Prodi per l’intera legislatura. 

Ci siamo resi perfettamente conto dei problemi di natura tecnico-parlamentare sorti in ottobre, ma ci è sembrato che, al di là di quelle vicende, ci fosse un ritorno desiderato, voluto, ad una ripresa d’autorità delle segreterie dei partiti che volevano riconquistare il dominio della maggioranza. 

Ci siamo domandati allora quali potessero essere in futuro le forme per dare una legittimazione più forte ad un ‘premier di legislatura’ Rip Van Winkle's Bride. Ci è venuta allora a conforto la diffusione in diversi paesi, sia a regime presidenziale che parlamentare, di scelte condotte attraverso organi straordinari che si riuniscono una volta tanto all’inizio di una legislatura, procedono alla scelta del candidato premier della legislatura e poi si sciolgono. 

Rispetto agli organi di partito e parlamentari che perdurano durante la legislatura questa investitura, contrassegnata da un più alto tasso di partecipazione democratica, tende ad avere anche un più alto tasso di legittimazione politica. [.] Parlo di forte legittimazione politica. 

Credo che nel buon funzionamento di un regime parlamentare nessuno metta in dubbio che i gruppi parlamentari della maggioranza non arrivino, in casi estremi, alla sfiducia del premier che pure esce da questo meccanismo: che senza questo elemento difficilmente si forma quell’insieme di rapporti, di spinte e controspinte in cui si materializza la fiducia del parlamento. 

Se invece attraverso questi meccanismi si dovesse tendere a separare l’esecutivo dal Parlamento finiremmo con l’avere un esecutivo debole, perché è soltanto questa capacità di quasi identità tra esecutivo e Parlamento che permette di fare funzionare una democrazia parlamentare e di renderla un regime forte. 

E tuttavia credo sia importante aumentare il grado di legittimazione politica Download the creek. È anche un modo che per accrescere le capacità di espressione della maggioranza e dell’opposizione. Le tradizioni politiche italiane, le molte rotture da cui è nata la vicenda italiana e la politicizzazione di queste rotture storiche comportano, per molto tempo ancora e forse per sempre, l’esistenza di diverse associazioni politiche e di diversi partiti politici. 

Tuttavia l’esame delle differenze italiane, quello che in qualche maniera rende più simile alla democrazia turca piuttosto che alla democrazia greca o spagnola – per fare due esempi di paesi che si sono dati di recente un ordine costituzionale – ci conduce alla difficoltà di dare stabilità alla funzione di governo che viene spesso assorbita ed utilizzata come elemento del gioco per tenere assieme le maggioranze e far funzionare un parlamento che ha bisogno di incentivi a distanza di pochi (dodici-quindici) mesi».

Si intende che le Primarie hanno senso, in primo luogo, nella misura in cui verrà rispettato il «patto tra gentiluomini». La prima e la seconda innovazione decisa dall’Unione, insomma, stanno o cadono insieme. 

I partiti sono liberi di cambiare idea nel corso della legislatura e di non concedere più la loro fiducia al Primo ministro 아웃룩 2010 무료 다운로드. Ma non possono sostituire il risultato di elezioni primarie con un accordo di vertice. Se non intendono prendere in giro chi avrà votato alle primarie, non possono sostituire la «legittimazione politica» più forte con una più debole.

In secondo luogo, le primarie hanno un senso se decidono al tempo stesso sul leader e sul programma. L’assemblea programmatica già fissata per dicembre dovrebbe essere quindi l’occasione per sancire congiuntamente l’insieme degli ingredienti di cui si compone la proposta del centrosinistra agli elettori italiani: leader, formato della coalizione, programma. 

È del tutto evidente che sarebbe in totale contraddizione con il meccanismo delle primarie una costruzione a tavolino dell’Assemblea come somma delle delegazioni dei partiti 제주고딕 폰트 다운로드. A meno di non volere prendere in giro i partecipanti alle primarie, l’Assemblea non può essere altro che una convention di loro delegati. 

Le varie componenti partitiche dell’Unione naturalmente non possono mancare. Sono loro che allo stato dei fatti convocano la primaria e decidono di cedere in questo modo un pezzo della loro sovranità. 

Se stanno compiendo questo passo consapevolmente e senza retropensieri, non possono che essere conseguenti. L’Assemblea programmatica ha la stessa funzione della convention dei democratici americani e non può essere che formata secondo lo stesso principio rappresentativo.

Con il congelamento del progetto unificante dell’Ulivo la transizione italiana ha fatto un sicuro passo indietro, destinato a pesare per molto tempo. I leader dei partiti del centrosinistra dicono d’esser pronti a farne due in avanti. Sono passi importanti, che vanno nella direzione giusta. Alla fine dell’anno avremo qualche elemento in più per dire se sono determinati a farli davvero e a trarne tutte le conseguenze.