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10 Dicembre 2004

Veltroni, lettera aperta a Prodi “I sogni, i valori, il programma”

Autore: Goffredo De Marchis
Fonte: la Repubblica

ROMA – È un «manifesto» per il centrosinistra. Walter Veltroni lo offre all´Alleanza e a Prodi sotto forma di lettera aperta al Professore, lettera che verrà pubblicata oggi per intero su L´Espresso. Otto pagine che partono dall´America ma arrivano al cuore dei problemi italiani. Il «cuore», i sentimenti sono anche le chiavi che Veltroni suggerisce di utilizzare di più in questa lunga campagna elettorale. Le «visioni», le chiama. E la concretezza: indennità di disoccupazione, la scelta dell´idrogeno come strumento per fronteggiare l´emergenza ambientale e aiutare l´economia, un fondo per la ricerca universitaria.
Nel centrosinistra agitato dell´eterna domanda sulle tenuta di Prodi come candidato premier, il sindaco sgombra subito il campo dal sospetto di una «supplenza», di un traguardo nascosto: «Caro Romano, tu sei l´uomo giusto. Io voglio farti avere qualche riflessione dalla postazione che mi auguro impegnerà il mio lavoro per i prossimi anni». Con la lettera, però, Veltroni diventa un interlocutore diretto dell´ex presidente della Ue, fuori dai tavoli della federazione o della Gad, ma dentro il percorso del viaggio prodiano in Italia e nell´opposizione. Nel testo ci sono prospettive, orizzonti, pochissimi accenni all´attualità, ai primi scogli della Gad: liste unitarie, regionali. Ma c´è qualche avvertimento. Per esempio sulla gestione della coalizione: «Il riferimento non può essere solo la maggioranza, ma anche la minoranza e i suoi diritti. La sintesi va cercata sempre». Ieri Prodi lo ha chiamato, era soddisfatto per il contenuto del «manifesto».
Nelle otto pagine, Berlusconi non merita nemmeno una citazione. Ci sono invece Clinton, Giddens, Marc Augè, Bauman e le stelle polari che Veltroni indica al centrosinistra: Roosevelt, Kennedy, Olof Palme e Willy Brandt. Non è vero che la passione di quegli anni sia scomparsa, non può essere vero, scrive. Più vicino ai nostri giorni, Veltroni sceglie John Kerry per indicare invece un pericolo a Prodi. Il candidato democratico aveva tutto: un buon programma, una competenza perfetta, una buona credibilità. Però ha perso contro Bush. «A Kerry è mancato il cuore. Non ha appassionato e non ha trascinato. Gli è mancata una visione, la capacità di indicare un cammino, di rispondere a quella domanda di senso che ogni società porta con sé e alla richiesta di sicurezza».
Ecco alcune questioni, dice l´ex vicepremier dell´Ulivo. A tenerle insieme può essere la formula di «una prospettiva riformista con un appeal emozionale. Il pragmatismo senza passione non guadagnerà un sostegno politico durevole», spiega Veltroni citando Giddens. Servono «ideali e concretezza». Riformismo va bene, ma non «solo calcolo ed efficienza», non può essere qualcosa di scisso dai grandi ideali e dai sentimenti. Attenzione a lasciare alla destra la leadership dei valori, la guida del cambiamento.
Se gli anni sono passati per Prodi, lo stesso vale per Veltroni che non offre il «buonismo» del ´96 come ricetta per far marciare una coalizione vasta e complessa. Il sindaco va al sodo di tre punti programmatici: nuovo Welfare, energia e ambiente, università e scuola. Parla anche lui di uno stato sociale, vede la flessibilità come una risorsa ma anche come un rischio senza «un´indennità di disoccupazione, un reddito minimo d´inserimento, meccanismi per la continuità previdenziale». La questione ambientale è una parte importante della vita dei cittadini, dice Veltroni. «Una strada da imboccare subito è quella delle energie pulite e rinnovabili, dell´idrogeno». Raddoppiamo la quota delle fonte rinnovabili, propone, e «costruiamo dei distretti specializzati nella ricerca delle fonti, sull´esempio di quanto sta facendo il Trentino». La scuola e l´università, infine, Veltroni le ha viste scendere nella classifica delle priorità. Il sindaco racconta di un viaggio in Francia in cui notò che gli edifici scolastici erano i meglio tenuti nei paesi e nelle cittadine. «Un messaggio rivolto al futuro». Fa notare che le nostre università sono agli ultimi posti nel mondo e i «ricercatori sono precarizzati». La proposta è creare un Fondo finanziato anche sa privati «dedicato a sostenere l´attività scientifica dei giovani».
All´Alleanza propone, per stare insieme, il modello della «convivenza» e non della omogeneizzazione. «La sintesi va cercata rispettando le opinioni altrui, cercando una virtuosa via di mezzo». Alle decisioni prese a maggioranza, una delle regole di cui si è parlato in questi anni, contrappone l´esempio delle questioni etiche, la vita e la morte. «Sono a favore del maggioritario ma è ben diverso dal bipolarismo etico. Su certe questioni non si può essere tifosi, ma è indispensabile sforzarsi di capire le ragioni altrui», avverte il sindaco. Per chiudere Veltroni ricorre ancora al lessico famigliare di Clinton: «Restare uniti e lavorare. Buon lavoro, sono e saremo con te».