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28 Novembre 2006

“Una missione compiuta nel rispetto degli alleati”

Autore: m. cal.
Fonte: la Repubblica

ROMA – «Missione compiuta». Arturo Parisi è soddisfatto, la situazione è sotto controllo e dopo l´annuncio di Romano, Prodi che entro sabato prossimo sarà completato il rientro delle truppe italiane dall´Iraq, sottolinea: «Abbiamo portato a termine un comando degli elettori e l´abbiamo fatto nell´ordine, nella sicurezza e con onore».
Parisi torna a spiegare che non c´erano alternative al rientro, che l´importante era farlo in modo «preciso, chiaro e lineare», perché questo era stata deciso dagli italiani alle ultime elezioni: «Noi avevamo fatto agli elettori una proposta contenuta nel programma dell´Unione e loro ci hanno risposto con un mandato di fiducia che abbiamo inteso come un ordine da eseguire. Lo hanno capito anche gli americani e questo penso sia stato apprezzato dagli italiani».
Il pensiero torna alla prima mattina a via XX Settembre, quando scelse di affrontare subito il nodo iracheno: «Era il primo punto della mia agenda, non avrebbe potuto essere altrimenti. Subito dopo il giuramento mi sono recato all´Altare della Patria e poi ho contattato il ministro degli Esteri. Con Massimo D´Alema ho avuto il mio primo incontro di governo e abbiamo iniziato a discutere subito su come dare seguito all´indirizzo che avevamo ricevuto dagli italiani».
Alla fine di questa settimana Parisi volerà a Nassiriya per la cerimonia dell´ammainabandiera insieme alle autorità irachene. «La conclusione della nostra missione – sottolinea il ministro – è stata fatta tenendo a cuore innanzitutto la sicurezza dei nostri soldati e degli iracheni. Prima ci siamo assicurati che fossero in grado di prendere il nostro posto, poi abbiamo portato a termine l´addestramento della polizia irachena. Era fondamentale non lasciare un vuoto, ci siamo riusciti e abbiamo deciso la data del rientro definitivo solo quando i nostri sostituti erano pronti e questo ci è stato riconosciuto».
La base di Camp Mittica è già stata consegnata agli iracheni, gli ultimi soldati del nostro contingente sono ospiti della vicina base americana. Il congedo da britannici e statunitensi e il passaggio delle consegne è già avvenuto nelle scorse settimane. «I nostri soldati, grazie alle loro caratteristiche, hanno operato guidati da sentimenti di pace e grande professionalità anche se in un contesto davvero difficile. Non è stata una passeggiata ed è costata molto sangue. Gli alleati ci riconoscono di aver portato a termine il nostro compito e di aver avuto un ruolo importante sia nella formazione della polizia locale e delle forze militari irachene, sia di essere stati molto chiari nel dichiarare ed attuare la nostra strategia di rientro. Altri non hanno avuto questo riconoscimento unanime e per questo ci tengo a sottolineare che oltre all´ordine e alla sicurezza con cui abbiamo agito, usciamo con onore da questa missione» «La nostra gratitudine – sottolinea Parisi – va a tutti gli uomini delle nostre Forze armate che hanno operato e hanno dato la vita in Iraq».
Tra questi il ministro ricorda anche i soldati romeni che erano aggregati al nostro contingente, uno dei quali è caduto nell´attentato del 27 aprile di quest´anno insieme ai quattro italiani Nicola Ciardiello, Franco Lattanzio, Carlo De Trizio e Enrico Frassanito: «Abbiamo mescolato il nostro sangue con il loro». Il ministro della Difesa sta per partire per Riga, dove oggi si tiene il vertice della Nato, convocato anche per discutere il peso dei contingenti dispiegati in Afghanistan. È noto che l´Alleanza atlantica tornerà a chiedere più soldati a Kabul, una domanda che il nostro governo non intende recepire: «In Afghanistan abbiamo dato e abbiamo dato bene». Parisi proporrà invece che le missioni siano sottoposte a delle verifiche costanti: «Bisognerebbe introdurre il principio di un controllo a scadenze ben precise, non si possono lasciare i soldati per anni senza valutazioni sui risultati ottenuti». (m. cal.)