L´avanzata dei diritti umani sta subendo un contraccolpo. In Occidente, regole condivise e pratiche acquisite per la tutela della persone sono sempre più minacciate. Gli Stati Uniti praticano arresti arbitrari e annullano i diritti dei presunti terroristi, l´Italia non tutela abbastanza gli immigrati, la Francia elude i troppi casi di razzismo, in Spagna la violenza domestica viene accettata. «Siamo estremamente preoccupati dall´osservare che alcuni diritti stabiliti da lunga data siano adesso oggetto di interpretazioni senza precedenti» è stata l´accusa lanciata ieri dall´Alto commissario per i diritti dell´uomo, Louise Harbour.
E´ un rapporto allarmante e pessimista quello che le Nazioni Unite hanno presentato inaugurando la riunione annuale della Commissione per i diritti dell´uomo. Oltre 3.000 delegati sono arrivati a Ginevra per discutere di violazioni, abusi e denunce davanti all´organo istituito nel 1946 e a cui hanno aderito 191 Stati. Quest´anno la priorità è data all´indagine condotta su “diritti umani e lotta al terrorismo” di Kalliopa Koufa, professore greco di diritto internazionale. A margine è stato anche effettuata un´indagine sul razzismo nei confronti degli arabi dopo l´11 settembre. Sarà al centro del dibattito anche il rapporto di Yakin Erturk, incaricata speciale per la violenza contro le donne, che denuncerà «una violenza multiforme» che mina le basi dei diritti femminili nelle società più avanzate. E poi il rapporto sull´immigrazione, in cui l´Italia è citata per la sua mancanza di politiche di accoglienza.
La Harbour ha iniziato facendo una pesante auto-critica. «Finora, non siamo stati all´altezza del nostro compito di far rispettare i diritti umani» ha detto l´avvocato canadese chiamata a succedere a Sergio Vieira de Mello, ucciso in Iraq nel 2003. «Il nostro approccio della diplomazia dei diritti umani è selettivo e sporadico» ha aggiunto, alludendo ai silenzi sui genocidi più recenti (dal Ruanda al Sudan). Ma la Commissione è criticata anche perché contiene al suo interno Stati anti-democratici (due anni fa, fu la Libia ad essere presidente di turno dell´organo) e per aver costruito una cerchia di “intoccabili” (Usa, Cina, Corea del Nord, Russia).
I lavori della Commissione rischiano di essere nuovamente influenzati dai veti incrociati. La Russia non vuole che si parli di Cecenia, la Cina chiede che sia rimossa dall´ordine del giorno la Corea del Nord, Cuba pretende che ci si occupi delle carceri americane e di Guantanamo ma Washington minaccia di disertare l´assemblea. «La Commissione è diventata un rifugio per paesi come il Sudan che invece di essere sul banco degli accusati sono membri del principale organo dell´Onu per i diritti umani» attacca Kenneth Roth, direttore di Human Rights Watch. «Anno dopo anno, la Commissione continua a chiudere gli occhi su numerose violazioni dei diritti dell´uomo, perpetrate dunque in completa impunità» aggiunge Irene Khan, segretario generale di Amnesty International. Nel corso delle prossime sei settimane, la Commissione dovrà esaminare la situazione dei diritti umani in una ventina di Stati. Allo stesso tempo dovrà valutare questioni come il diritto allo sviluppo ed all´educazione, l´estrema povertà, l´intolleranza religiosa, la tortura e la tratta dei bambini.