24 Giugno 2005
“Un´assemblea sul riformismo” Addio alla Fed, la Quercia riparte
Autore: Goffredo De Marchis
Fonte: la Repubblica
ROMA – I Ds si rimettono in marcia da soli. Il problema è come e nella riunione
della direzione emergono ricette diverse. Quella di Piero Fassino e della sua
maggioranza congressuale non rinuncia a sventolare la bandiera riformista. Senza
più lista unica e senza Federazione dell´Ulivo o almeno con un progetto della
Fed decisamente ridimensionato. Quindi in competizione con gli altri partiti
dell´Unione, Margherita in primis, ma una competizione che il segretario
descrive così: «La Quercia viene riconosciuta dai cittadini come un fattore di
stabilità e di sicurezza dell´intera alleanza. Noi non dobbiamo perdere questa
posizione». Cioè i Ds non rinunciano a essere unitari, a presentarsi come la
«forza aggregante» dell´Unione. «Io faccio l´esempio di Bari. La lista del
sindaco Emiliano ha preso il 18 per cento. A chi vanno questi voti? Sono voti
dell´Ulivo, del centrosinistra e sono voti unitari. Ecco, la sfida con la
Margherita sarà anche su questa fascia dell´elettorato, una sfida
sull´affidabilità riformista».
In un modo o nell´altro ricomincia la
competizione nel centrosinistra perché, come si capisce dalle parole di Fassino,
i Ds non hanno alcuna intenzione di farsi confinare nel recinto della sinistra.
La ricetta delle minoranze è molto diversa. Fabio Mussi pensa che «Ds e Dl non
occupano lo stesso spazio. Perciò bisogna andare a un confronto sui cambiamenti
strategici valorizzando l´autonomia dei Ds nella sinistra». Cesare Salvi dice
che è arrivato il momento di fare davvero una forza del socialismo europeo.
Entrambi inseguono se non un congresso la convocazione della platea congressuale
per discutere di questi temi. Fassino però concede un consiglio nazionale a
luglio e un´assemblea congressuale a novembre: «Non andiamo certo a rifare il
congresso. Dobbiamo parlare al Paese, non a noi stessi. Perché l´obbiettivo
riformista resta valido, ma va rimodulato».
Sarà competition anche sui
valori cattolici: Fassino andrà al convegno dei Cristiano sociali a parlare di
un saggio di Papa Ratzinger. Anche se ieri ha difeso a spada tratta la posizione
dei Ds sul referendum: «Quel patrimonio darà dei frutti». Pierluigi Bersani dice
che sulla «Fed non cala il sipario ma ci sarà una ragionevole competizione».
Massimo D´Alema osserva: «Bisogna riflettere, non liquidiamo niente, ma qualcosa
è sicuramente cambiato per la Federazione. La competizione non l´abbiamo aperta
noi, ma la Margherita». E Franco Marini ribatte a D´Alema che dà per morta la
Fed: «La sua è una reazione stizzita e incomprensibile. La federazione serve
ancora, non si possono fare ripicche perché non c´è più la lista unitaria». Il
presidente dello Sdi Enrico Boselli però la pensa proprio come D´Alema.
«Diciamoci la verità, purtroppo la Fed è stata messa in soffitta. Poi succederà
che i partiti riformisti voteranno tutti per Prodi alle primarie, ma oggi
quell´esperienza ha più passato che futuro».
Romano Prodi ormai non torna
più sulla tregua raggiunta con Rutelli. Però dice rispondendo a una signora a
Serravalle pistoiese: «Se cado mi rialzo. E se mi rompo una gamba ne ho una di
riserva. Le primarie devono essere vere, devono portare a una candidatura che
nasce dal basso. E possono sempre esserci delle sorprese». E intanto nella
Margherita si registrano alcuni avvicinamenti. Francesco Rutelli lascia aperto
il tesseramento venendo incontro a una richiesta dei prodiani. Franco Monaco
commenta: «Così si favorisce il confronto».