Apocalittico, noblesse oblige, l’appello di Umberto Eco – con Claudio Magris l’intellettuale italiano più conosciuto nel mondo – per “Libertà e Giustizia”, dall’angoscioso titolo: “9 aprile, salviamo la democrazia”. Viene subito da chiedere impertinentemente all’autore di “Apocalittici e Integrati”: ci perdoni, professor Eco, se Berlusconi in cinque anni ha già compiuto quasi tutte le nefandezze possibili, facendo “precipitare l’Italia spaventosamente in basso”, che cosa potrebbe fare di peggio? Chissà, invece, che in una resipiscenza ad uso della storia, magari per una lastra encomiastica sul mausoleo nel parco di Arcore, non perseguirebbe stavolta la santità. Figurarsi se Eco non sta al gioco: “Anche san Francesco e sant’Agostino gozzovigliavano, andavano a donne e poi diventarono santi. Ma per Berlusconi non ci conterei”.
Allora, per favore, ci sceneggi il panorama “drammatico” che si profila in caso di vittoria berlusconiana, con Previti, i reduci di Salò, Calderoli, Mediaset, Mediolanum, Generali, le banche…
“Conferma delle leggi ad personam, peggioramento di altre leggi, attacco finale alla magistratura, sfracello definitivo di Montesquieu e della divisione dei poteri. Ulteriore arricchimento personale. Negli ultimi cinque anni gli italiani si sono impoveriti e non arricchiti. Il presidente del Consiglio si è arricchito in modo esponenziale, un caso unico al mondo per dimensioni. In una parola, declino inarrestabile del paese, un declino da cui sarebbe impossibile risollevarsi”.
Ma il premier ha appena concionato al Congresso con buon successo, Hillary Clinton si è persino commossa.
“Hillary Clinton teneva d’occhio il suo elettorato italiano, è sotto elezioni anche lei. La nostra immagine all’estero in questo momento è penosa, benché Berlusconi esibisca la sua amicizia con Bush e con Putin. Va in America e dice: avevo consigliato a George di non invadere l’Iraq. E lui l’ha invaso. Va da Putin e dice: Vladimir è il mio miglior amico. E quello gli taglia il gas. Va da Gheddafi e quello minaccia stragi o, come minimo, gli chiede un’autostrada di risarcimento. Deve essere andato da Chirac, se quello gli ha bloccato le acquisizioni dell’Enel. Come si muove fa danni”.
Professor Eco, Magris dice che il 9 aprile bisogna puntare sui delusi di destra e parlare ai berlusconiani senza disprezzarli.
“Sulla gravità del momento con Magris abbiamo un’identità di vedute, semplicemente è come se ci fossimo messi d’accordo, lui cerca di far ragionare quelli che hanno votato Berlusconi e io mi rivolgo invece ai delusi della sinistra”.
Disprezza chi ha votato per Berlusconi?
“Per carità. Dico solo: amici voi vi sbagliate, ma io non mi rivolgo a voi perché tanto voi non mi leggete, lo ha detto Berlusconi quando ha affermato che non gli importa nulla di quel che scrivono i giornali perché il suo elettorato guarda solo la televisione. Io mi rivolgo a quei quattro gatti che mi leggono, ai quali dico: guardate che il momento è tragico, non tacete, non vi estraniate anche se non siete contenti del centrosinistra. Non è puzza sotto il naso, ma realismo”.
Anche lei è stato zitto a lungo.
“Ho appena pubblicato un libro, “A passo di gambero”, dove raccolgo gli allarmi che in questi sei anni ho lanciato su Repubblica, L’espresso e altri giornali. Questa è la prova che gli intellettuali non servono a niente. O forse che non sono solo gli elettori di Berlusconi a non leggere i giornali. Ma pazienza, bisogna continuare a fare il proprio dovere”.
Insomma, lei rivendica il diritto di strapazzare quei milioni che hanno votato Berlusconi?
“Scusi, uno che ha vissuto sotto il fascismo aveva o no il diritto (anzi il dovere) di dire che quelli che andavano a piazza Venezia ad applaudire il duce sotto il balcone erano fanatici o ingannati? E io se ritengo che qualcuno sbagli ho il diritto e il dovere di dirlo. E’ il mio mestiere: se i miei studenti sbagliano all’esame e io lascio perdere sono un disonesto”.
A proposito di puzza sotto il naso, D’Alema che in tivù maneggia la politica come “arte alta”, con un ghigno che può sembrare di superiorità professorale, come può affascinare la casalinga di Voghera?
“Ma no, quello è un fatto caratteriale. E poi Prodi non ghigna, anche se è professore. E Fassino nemmeno”.
Insomma, professor Eco, con Magris vi siete divisi il mercato. Lui con i vessati berluscones, lei con il pigro popolo di sinistra.
“Alla prima riunione di “Libertà e Giustizia” Magris ha detto: questo governo ha superato i limiti della decenza. Ho sottoscritto e sottoscrivo. Se dovesse continuare quest’opera di disgregazione dello Stato non so cosa potrebbe succedere”.
Che cosa?
“Mi chiedo, per esempio, come possano alcuni organi dello Stato, che hanno continuato eroicamente a mantenersi fedeli alle istituzioni, resistere ancora cinque anni a tutti gli incoraggiamenti all’illegalità, compresa l’assoluzione all’evasione fiscale, con cui il paese è stato bombardato. Così rischiamo che si ammali tutto lo Stato”.
Non è che nella cosiddetta Prima Repubblica non avesse un sacco di malanni.
“Sì ma la Democrazia cristiana ha governato per cinquant’anni nel rispetto della Costituzione. Da cinque anni, invece, siamo alla distruzione sistematica dei rapporti tra poteri costituzionali”.
Va bene, lo scenario apocalittico è chiaro. Facciamo quello integrato. Prodi, in caso di vittoria, reggerà la leadership con Bertinotti, Mastella, i verdi, i comunisti italiani, i sindacati, i girotondini?
“Se la nave affonda non è il momento di chiedersi se i marinai alle scialuppe remeranno bene. Anzitutto occorre abbandonare la nave. Rispetto al peggio del peggio, meglio rischiare qualche difetto. Magari Prodi non riuscirà a mantenere qualcuno degli impegni presi. Ma Berlusconi non ne ha mantenuto neanche uno”.
In compenso, lei non ci priverà della sua concittadinanza, non andrà all’estero come farebbe se vincesse Berlusconi?
“Guardi che mi hanno fatto pronunciare una specie di minaccia di cui in fondo non importerebbe niente a nessuno. In realtà io stavo parlando a una platea a cui ho detto, ventilando altri cinque anni di sfacelo, “pazienza per me che sto andando in pensione e potrei pure andarmene all’estero, ma la maggioranza di voi in questo paese deve vivere””.
E a questi che dice?
“Lancio, appunto, un appello al popolo di sinistra incerto, nello stile di uno di quelli che risuonarono nel 1948: “Vota anche tu, se no i cavalli cosacchi faranno il bagno nelle acquasantiere di San Pietro””.