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27 Settembre 2004

Ulivo, la “sfida” per il vertice

Autore: Giovanna Casadio
Fonte: la Repubblica

ROMA – Una settimana di chiarimenti nel “listone”, senza i quali il vertice allargato del centrosinistra il 4 di ottobre – primo passo per costruire l´alleanza democratica anti Berlusconi – salterà. Romano Prodi è più che mai determinato a proseguire nell´ultimatum lanciato con la lettera a Repubblica. Si aspetta che oggi il direttivo dei Ds (che affronterà i nodi del congresso di gennaio) e soprattutto l´ufficio di presidenza della Margherita sempre oggi (domani c´è l´esecutivo dei Dl) diano il segnale giusto: la fine cioè delle «resistenze assurde» al progetto della federazione riformista, altrimenti, ha detto e ribadisce il Professore, «io non ci sarò».
La sinistra alternativa (Rifondazione, Pdci, Verdi) ma anche Mastella (Udeur) e Di Pietro (Idv) fanno pressing perché non ci siano frenate nell´incontro per definire il programma, vera bussola -affermano – dell´alternativa di governo a Berlusconi. Sia Margherita che Ds puntano a gettare acqua sul fuoco delle divisioni e delle polemiche e puntano a confermare la riunione allargata. Francesco Rutelli, leader dei Dl, ripete che «è stato varato un processo appassionato e positivo di unità, che Fassino ed io abbiamo rilanciato con convinzione». Sulle divergenze nell´Ulivo non risponde: non ci sono novità, «gli italiani vogliono sentirci parlare di cose concrete, dei problemi del sud»; per le regionali «si deciderà caso per caso». Però nella Margherita, Ciriaco De Mita critica Prodi: «Il consenso non va chiesto in anticipo», e denuncia «tentazioni di semplificazione e personalizzazione della politica», insomma «i piccoli Berlusconi che sono in noi». I Ds poi fanno sapere che «nessuno ha mai sconvocato nulla» e di essere disponibile a anticipare le primarie. La sinistra del partito tuttavia dissente: Cesare Salvi annuncia una mozione contro la federazione e propone al “correntone” di presentarla insieme.
Ma l´entourage del Professore spiega che un vertice allargato il 4 di ottobre senza avere prima sgombrato il campo dai dubbi e dai traccheggi sulla federazione sarebbe inutile: «Più che inutile, dannoso». Prodi intanto incassa il massimo dei consensi nel sondaggio pubblicato ieri da Repubblica: è il preferito del centrosinistra. «È una scelta chiara di Prodi come leader – commenta Walter Veltroni, ritenuto nello stesso sondaggio il politico che ispira maggiore fiducia – spero corrisponda presto una piena operatività». Chi in questi giorni ha incontrato Prodi lo ha trovato «più che mai determinato», come racconta Luciana Sbarbati (Repubblicani europei). «A me pare che siamo a un punto fermo, nonostante le rassicurazioni e l´apprezzabile dichiarazione di D?Alema nell´intervista a Repubblica», chiosa Enrico Boselli, presidente Sdi. «Senza un chiarimento il vertice del 4 ottobre va rinviato», per Roberto Villetti. Spiega che il dilemma del centrosinistra è semplice: o un nuovo soggetto federato che sia il timone riformista della coalizione, su cui Prodi vuole stringere i tempi, o un´alleanza in cui il lavoro sia diviso tra centro e sinistra e che può aprire la strada al grande centro. «Basta liti incomprensibili, Prodi convochi la costituente di programma», esorta il verde Pecoraro Scanio. Diliberto (Pdci) indica i temi di programma su cui confrontarsi; e Fausto Bertinotti, il leader di Rifondazione, avverte del rischio di una strategia dei due tempi e insiste: «Urge l´incontro».