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22 Ottobre 2004

Ulivo, fa discutere la lettera di Prodi

Autore: Goffredo De Marchis
Fonte: la Repubblica

ROMA – La grande irritazione dei Ds, la soddisfazione di Fausto Bertinotti: «La bozza di Statuto sulle primarie è molto importante, mi sembra saggia. È giusto che siano i cittadini a scegliere i candidati. E io confermo: mi candido». Il documento anticipato ieri da “Repubblica” e inviato da Romano Prodi ai segretari della Grande alleanza democratica («un contributo alla discussione preparato da alcuni professori a noi vicini», precisa l´ufficio stampa del Professore che però ricorda ai partiti l´impegno di tutti a svolgere la consultazione) riapre le polemiche sulla selezione del candidato premier. Secco il commento del segretario della Quercia Piero Fassino: «Non mi occupo delle primarie, mi occupo dei problemi del Paese». Tutto il malumore diessino emerge dalle parole del coordinatore Vannino Chiti: «È solo materiale di studio, un contributo che non ha alcun carattere di ufficialità perché non è né la proposta di Prodi né quella dei partiti».
Ma il regolamento, così com´è stato studiato da quattro politologi, Vassallo (che ha messo giù la proposta finale), Gitti, Ceccanti e Filippo Andreatta, è una buona base di partenza per il presidente della commissione Ue. Il perché lo spiega il prodiano Giulio Santagata: «Noi pensiamo che tutti si possano candidare. Per Romano è meglio una maggioranza vera che un plebiscito finto». La bozza di Statuto è di 8 articoli. C´è anche un´ipotesi di «contributo alle spese»: ogni elettore che partecipa al «voto» versa almeno un euro. Ma il punto chiave è nel meccanismo di legittimazione popolare della candidatura: 15 mila firme di cittadini di almeno 11 regioni diverse. «Una soglia facilissima da raggiungere – commenta il capo del correntone Fabio Mussi – che consente a tutti di partecipare. Del resto indire le primarie e impedire a qualcuno di candidarsi è da teatro dell´assurdo».
Una norma anti-Bertinotti era all´inizio la voglia inconfessata dei Ds, poi Fassino, nelle ultime settimane, ha battuto il tasto dell´incoerenza: «Non ci si candida in alternativa a Prodi se si è d´accordo con lui». Non una questione di regole, dunque, ma di principio. Quella diessina è un´irritazione che può avere ripercussioni su altri capitoli aperti nel centrosinistra. Le regionali, per esempio. Il no dei Ds all´ipotesi del Prc Nichi Vendola candidato in Puglia è fragoroso. Franco Marini è preoccupato. In fondo, anche Dl, nella competizione tra radicali (Bertinotti) e riformisti (Prodi) stando accanto al secondo dovrebbe accelerare il riconoscimento della federazione come soggetto politico. «Ok alle regole, ma il problema Bertinotti è politico – dice Marini – la coalizione può risentirne». Anche il socialista Roberto Villetti va oltre la bozza di Statuto: «Con le regole non si risolvono i problemi politici. La questione Bertinotti è aperta, dobbiamo trovare il modo di avere Prodi candidato unico». Alfonso Pecoraro Scanio, sempre contrario alle primarie, annuncia la presentazione di un programma ecologista. Il segretario del Pdci Oliviero Diliberto è sarcastico: «Le primarie si fanno a febbraio, evitiamo che diventino una carnevalata».