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25 Gennaio 2005

Suppletive, due seggi all´Ulivo “Quando si è uniti si vince”

Autore: Barbara Jerkov
Fonte: la Repubblica

ROMA – Due a zero per il centrosinistra. La Grande alleanza democratica conquista entrambi i collegi dove si è votato nel fine settimana per le elezioni suppletive del Senato. Dalle elezioni politiche del 2001 ad oggi, è l´ennesima sconfitta elettorale del centrodestra di governo.
Questa volta si votava a Bari e Rovigo, dove nel 2001 appunto aveva prevalso di gran lunga il Polo. Ieri invece a Bari il ds Nicola Latorre ha battuto Lello Degennaro, candidato della Casa delle libertà, 55,6% contro 41,4 («l´ho fatto vincere io Latorre…», scherza, forse, Nichi Vendola). A Rovigo, Massimo Donadi, esponente dell´Italia dei Valori che con lui conquista il primo seggio parlamentare, ha prevalso con il 57,0% sul suo avversario della Cdl, Domenico Romeo, che si è fermato al 30,1%. Molto bassa, peraltro, sia nell´uno che nell´altro caso, l´affluenza alle urne: 38,6% degli aventi diritto in Veneto, appena il 31,5 in Puglia. Pochi, pochissimi votanti è la regola nelle elezioni suppletive, ma egualmente il centrodestra ha subito sottolineato il dato per contrastare l´esultanza dell´opposizione. Che infatti, prevedibilmente, canta vittoria.
«Un altro successo: quando siamo uniti vinciamo», Romano Prodi si è subito congratulato con Latorre e Donadi, traendo da questo en plein una morale generale per la coalizione. Piero Fassino condivide senz´altro. «Abbiamo vinto tutti insieme intorno a candidati che esprimevano l´intera coalizione», nota il segretario dei Ds, «le conseguenze che può avere questa vittoria è di rendere ancora più forte la nostra unità».
E ha gioco facile, di fronte a risultati del genere, Francesco Rutelli, a esorcizzare le previsioni di quanti danno in risalita le quotazioni della Cdl. «Siamo di fronte alla conferma della prevalenza di un vento di cambiamento a favore dell´Ulivo e del centrosinistra», dichiara infatti il presidente della Margherita, «e alla conferma dell´enorme difficoltà di Silvio Berlusconi e della destra di recuperare consensi. Tutto ciò di cui si è parlato nelle ultime settimane, e cioè il presunto recupero di fiducia in Berlusconi, viene clamorosamente smentito da un sondaggio fatto in carne e ossa presso gli elettori». Insomma, i leader dell´opposizione vedono il centrodestra in crisi e il centrosinistra in salute, pronto a cogliere altri successi. Da Fausto Bertinotti a Oliviero Diliberto fino al verde Alfonso Pecoraro Scanio, tutti parlano di una Gad in crescita, in grado di sconfiggere la Cdl e Berlusconi alle regionali di aprile e alle politiche del 2006.
Il centrodestra, come si diceva, ridimensiona il risultato denunciando il basso numero di votanti. «Se fosse stato un referendum, non avrebbe nemmeno raggiunto il quorum», sostiene la portavoce di Forza Italia Elisabetta Gardini. «Invece di esultare, Rutelli e Fassino dovrebbero dimostrare un minimo di obiettività», osserva Fabrizio Cicchitto, «e registrare che le suppletive sono state la fotocopia delle primarie della Gad: si sono recati alle urne quasi esclusivamente i militanti». Per il leghista Roberto Calderoli, è venuto il momento di interrogarsi sull´opportunità di «ripensare il meccanismo per le suppletive, che si svolgono nel totale disinteresse, fatto apposta per favorire il centrosinistra».
Solo il numero due di An, Ignazio La Russa, trae spunto dal risultato per invitare la Cdl a fare autocritica. «Dobbiamo intervenire sulle capacità di mobilitazione del centrodestra», ammette, «noi di An lo facciamo un po´ meglio degli altri partiti alleati, ma il problema è serio».
Serio, appunto. Così, di fronte al resto del centrodestra, il coordinatore della segreteria ds, Vannino Chiti, risponde con l´ironia. «Sembrano ispirarsi a quel personaggio interpretato da Totò in una famosa gag», osserva. «Il protagonista, dopo aver preso una serie infinita di schiaffi, continua a dire: “che mi importa, e che so´ io Pasquale?”. Non si rendono conto che quando collegi da sempre nelle mani della destra passano al centrosinistra è il segnale forte di una perdita di consensi e di sfiducia verso l´azione del governo Berlusconi».