9 Dicembre 2005
Sulla battaglia di Nassiriya censura per le “Iene” in tv
Autore: Paolo Berizzi
Fonte: la Repubblica
Mediaset blocca il filmato ripreso da un soldato sulla “guerra dei ponti”; in onda su RaiNews24
E alla fine anche le Iene furono censurate. Già, perché il video dei soldati italiani in guerra a Nassiriya, trasmesso da RaiNews 24, doveva andare in onda ieri sera su Italia 1. Era in scaletta già da una settimana e giovedì scorso era stato addirittura annunciato nel sommario che anticipava il menù della puntata. Ma all´ultimo momento Mediaset ha deciso di “tagliarlo”. «Si tratta di immagini molto confuse dei nostri soldati sotto attacco – si legge nel comunicato dell´azienda – commentate da un rappresentante (il maresciallo Domenico Leggiero, ndr) di un´organizzazione denominata “Osservatorio militare difesa” in modo non conforme ai nostri standard giornalistici, che danno una rappresentazione dei militari italiani in Iraq lontana dalla realtà». Immagini di guerra vera – soldati che sparano e nemici che muoiono – che probabilmente hanno indotto i dirigenti di Cologno Monzese a non mandare in onda un filmato non proprio in linea con lo scopo pacifico sbandierato dal governo della missione italiana in Iraq. Il servizio delle Iene era già bell´e confezionato: quasi sei minuti di “girato”, con i dialoghi sottotitolati e, in più, il commento di un esperto come il maresciallo Leggiero. Ma alla fine Luigi Pelazza, la Iena che era entrata in possesso del video, si è dovuto rassegnare alle decisioni dei responsabili di rete. E così anche i telespettatori. Nella redazione delle Iene sapevano di avere in mano uno scoop e se lo sono tenuto stretto fino a ieri mattina. Fino a quando è arrivato lo stop dall´alto. Un brutto precedente per un programma storicamente “libero” e per nulla appiattito su Berlusconi. Non era mai accaduto, infatti, che Mediaset censurasse la trasmissione di Davide Parenti, regista anche di Matrix. Qualcuno potrà dire dopo aver visto il video in questione – «una giornata di guerra» – trasmesso da RaiNews 24, che in fondo fanno molta più impressione le battaglie combattute per finta. Dimenticando però che nelle guerre vere coloro che cadono alla fine non si alzano più. Rimangono lì dove i proiettili li hanno stesi. Morti, dunque, e per davvero. Undici minuti di immagini dal fronte girate nell´agosto 2004 durante la più misteriosa delle battaglie, la terza, sostenute dal nostro contingente militare a Nassiriya per la riconquista dei ponti che uniscono le sponde dell´Eufrate. Sparatorie concitate, urla, imprecazioni, bestemmie, qualcuno che esulta dopo aver colpito un nemico, qualche altro che gli urla: «annichiliscilo», uccidilo insomma. Un missile terra terra che nel dubbio piuttosto che nel vuoto deve essere sparato laddove c´è proprio la gente. La guerra, insomma, che ti impone di uccidere per non esser ucciso. L´altra faccia di una missione, “Antica Babilonia”, da troppi contrabbandata come un´esclusiva operazione di pace. Dovevano difendersi, certo. E le frasi da Rambo dei nostri ragazzi in divisa, «Annichiliscilo», «Attento a quel bastardo» vanno contestualizzate, altrimenti si rischia di far passare per assassino chi ha fatto soltanto il proprio dovere. C´è comunque dell´altro in questa fotografia in movimento dell´impegno italiano nel sud dell´Iraq: mitragliatrici che si inceppano, certo può capitare, munizioni che scarseggiano e soprattutto la colpevole mancanza di raccordo tra i vari reparti del nostro esercito. Cosa che ha fatto rischiare in quel nemmeno tanto lontano 6 agosto del 2004 che i carabinieri sparassero addosso ai bersaglieri e viceversa. RaiNews 24 ha deciso di non commentare quelle immagini che vedevano impegnati paracadutisti del Tuscania, reparti della seconda brigata mobile e bersaglieri contro fondamentalisti iracheni. Un film verità con le voci fuori campo dei protagonisti. Voci che nemmeno il fragore dei proiettili è riuscito a coprire. Voci di giovani impauriti non solo dalla possibilità tutt´altro che teorica di essere ammazzati, ma anche dalla reazione emotiva dei loro genitori alla notizia, “Battaglia a Nassiriya”, che avrebbero presumibilmente letto sui giornali all´indomani.