2222
11 Giugno 2006

Sacrosanta spartizione

Autore: Riccardo Barenghi
Fonte: La Stampa

HA fatto benissimo il presidente del Consiglio a organizzarsi una squadra di governo così numerosa, infischiandosene di quel che dicono in giro i soliti quattro moralisti del Paese. Dicono per esempio che centodue tra ministri, viceministri e sottosegretari costano troppo allo Stato. Ma i soldi pubblici a cosa dovrebbero servire se non a fare il bene pubblico?

E a cosa servono i ministri, i vice e i sotto se non a governare il Paese e dunque a produrre bene pubblico?

Come si vede, il problema non sussiste, ogni ministro, viceministro, sottoministro sarà capace in cinque anni di produrre più reddito di quanto ne consumerà. Aggiungono però che ci sarebbe anche un altro problema, cosiddetto di immagine.

E prima la lotta intestina sui presidenti delle Camere, poi la battaglia del Quirinale, dunque le notti bianche del governo, ministri che nascevano e morivano in pochi minuti e i vice e i sotto e le commissioni…

Dicono che non è stato un bello spettacolo, che è sembrata una sorta di grande abbuffata, l’opinione pubblica di centrosinistra (ma forse anche l’altra) non ne sarebbe entusiasta.


Sbaglia l’opinione pubblica, qui si tratta di una legittima, anzi sacrosanta spartizione del potere tra chi il potere l’ha democraticamente conquistato grazie anche alla stessa opinione pubblica che oggi si lamenta.

E cosa pensavano, che mandano uno al potere e quello poi non se lo prende, non lo distribuisce, non lo usa per creare altro potere il quale crea a sua volta vicepotere, sottopotere, semipotere?

L’obiettivo della politica è la conquista del potere e poi il suo esercizio, dunque più siamo e meglio lo esercitiamo, capillarmente, al centro e in periferia, ovunque riusciamo ad arrivare. Non è sempre stato così?


Avanti allora e bando agli scandali ipocriti. Vogliamo fare grandi cose, far ripartire il Paese, dargli più giustizia sociale, più eguaglianza, più ricchezza, vogliamo insomma che la gente sia più felice. Ma ricordatevi che solo chi è già felice può far felice gli altri, noi per esempio abbiamo appena cominciato e siamo felici già in centodue.