15 Ottobre 2004
Rutelli: “Riforme, pagina nera.” Fassino: “Pronti al referendum.”
ROMA – ”E’ una giornata nera per la Repubblica”. E’ questo il commento a caldo del presidente della Margherita, Francesco Rutelli, mentre esce dall’aula dopo il voto favorevole di Montecitorio alle riforme istituzionali. ”La pretesa di Bossi ha prevalso – dice ancora – e la nostra speranza è che la maggioranza fermi la macchina impazzita di questo stravolgimento della Costituzione e della devolution”.
Un giudizio durissimo, come durissimo è quello di tutta l’opposizione. “La maggioranza di destra ha voluto approvare a tutti i costi una brutta riforma costituzionale: un misto di separatismo e neocentralismo”. Così Piero Fassino, che ribadisce che l’opposizione “condurrà la battaglia contro questa riforma con tutti gli strumenti costituzionali: fino a che sarà in Parlamento ci batteremo in Parlamento, il giorno in cui avremo come unico strumento il referendum lo utilizzeremo per dire agli italiani di fermarla”.
I Verdi hanno accolto il voto innalzando cartelli: “La Costituzione italiana è stata condannata a morte dal governo Berlusconi”. E subito dopo, in una conferenza stampa, l’intera opposizione si è espressa all’unisono e con Antonio Maccanico che ha parlato per tutti, ha manifestato “sconcerto, delusione e allarme per le nostre istituzioni”, confermando che “se lo stravolgimento della Costituzione repubblicana approvato oggi dal centrodestra alla Camera dovesse diventare legge dello Stato si impegnano a proporre il referendum previsto dall’articolo 138 della Costituzione”.
E anche Rifondazione comunista usa gli stessi toni. “E’ una pessima legge che cercheremo di abrogare con il referendum”, ha detto il capogruppo del Prc alla Camera Franco Giordano commenta. “E’ una legge che spacca l’Italia – prosegue Giordano – e determina le condizioni in base alle quali le regioni ricche saranno sempre più ricche e quelle povere saranno sempre più povere”.
“E’ un giorno triste per la nostra Repubblica. La seconda parte della nostra Costituzione viene del tutto snaturata così come i principi fondamentali di uguaglianza e solidarietà sanciti nella prima parte”. Anche Oliviero Diliberto, segretario dei Comunisti italiani spara a zero sulla riforma e si affida al referendum. “Rischiamo – dice – di avere una scuola di serie a e una di serie b, lo stesso varrà per i sistemi sanitari, tutto a seconda della ricchezza del territorio. In questo modo il sud sarà devastato”. Per Diliberto, dal punto di vista istituzionale “siamo di fonte ad una pasticcio enorme, con confusione di ruoli e uno strapotere del premier, basti pensare che il primo ministro di fatto terrà il Parlamento sotto il ricatto”.