ROMA — Un nuovo cda della Rai guidato da un presidente « non di parte » , già da domani. E una riforma del sistema radiotelevisivo subito, in caso di vittoria alle politiche del 2006. E’ il presidente della Margherita, Francesco Rutelli, a metter e n e r o s u bianco quella che si avvia a diventare la proposta legislativa dell’Unione sulla Rai, dopo l’offensiva lanciata dal leader, Romano Prodi. L’idea di fondo è la graduale separazione tra le funzioni di operatore di rete e fornitore di contenuti, e la vendita di una rete generalista e della struttura di distribuzione.
Nell’immediato però, osserva Rutelli, chiudendo ieri un convegno organizzato dai Dl sulla Rai, c’è una « campagna elettorale e non ci può essere un cda che non rimarrebbe in carica neanche nelle ex repubbliche sovietiche » altrimenti succede che « ogni sera in tv l’ultima parola spetta sempre a chi ha il potere » . Perciò « il cda va rinnovato. E noi siamo pronti anche da domani a votarlo e a concordare un presidente non di parte con le nuove regole della Gasparri, una legge sbagliata che però va applicata » .
La linea del centrosinistra è chiara: non accettare nomine di basso profilo ed entrare in partita, ponendo il problema del cda nel dibattito parlamentare sulla Rai, l’ 8 marzo.
L’obiettivo è non farsi mettere spalle al muro dalla maggioranza che, sulle nomine del presidente della Rai e dell’Authority delle Comunicazioni, potrebbe minacciare la proroga per ottenere il voto dell’opposizione laddove o c c o r r e l a maggioranza dei due terzi.
« Il centrosinistra non è stato in grado di fare la riforma del sistema tv — ha detto Rutelli — ora la dobbiamo preparare per realizzarla nel primo tratto della legislatura, se gli elettori ci daranno il mandato di governare » . La proposta per « scongelare il duopolio » è stata illustrata dal responsabile dell’informazione Paolo Gentiloni: una legge sull’ « incompatibilità tra cariche politiche e possesso di grandi strumenti di comunicazione » ; l’aboliz i o n e d e l « Sic » ( sistema integrato delle comunicazioni) e il ripristino di barriere antitrust.
Per il cda si pensa « a una fondazione sul modello francese con un criterio di nomina del vertice ispirato a quello delle autorità di garanzia e non allo spoil system » .