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15 Febbraio 2006

Rutelli: Bertinotti deve garantire che i candidati sostengano Prodi e il suo programma

Autore: Giovanna Casadio
Fonte: la Repubblica

«Caruso? Se fosse il discendente del grande tenore sarebbe meglio».
Battute a parte, Francesco Rutelli sull´aereo che lo riporta a Roma da Israele,
ammonisce Fausto Bertinotti: spetta a lui farsi garante delle candidature di
Rifondazione.

«A Bertinotti tocca dimostrare che, quale che sia il candidato,
sarà fedele e leale e sosterrà il programma dell´Unione per i cinque anni di
legislatura. Il problema è suo e deve farsene carico. Se il candidato non ci
sta, il problema va risolto prima della presentazione delle liste».

È di
buonumore il leader della Margherita. Dice di non essere preoccupato dei
sondaggi che vedono ridursi il vantaggio del centrosinistra sulla Casa delle
libertà («Secondo me Berlusconi ha raschiato il fondo del barile, ma non bisogna
sottovalutare il suo effetto in tv»), né delle divisioni nell´Unione proprio sul
programma di governo. «Confrontarsi col mondo fa bene…», e la missione in
Medio Oriente la giudica un primo approccio concreto per gli obiettivi di
politica estera del centrosinistra.

L´Unione è ancora ai nastri di partenza e
già si divide sulla Tav, onorevole Rutelli?

«La Tav è stata approvata nei
programmi elettorali del centrosinistra inclusa Rifondazione: alla Regione, alla
Provincia, al Comune di Torino. Aprire una discussione è immotivato, si tratta
piuttosto di chiuderla. Faceva parte del vecchio piano nazionale dei trasporti
ed è stata prevista nel programma dell´Unione tre giorni fa. Fu varata dalla
commissione Ue quando era presidente Prodi».

Per Verdi e Rifondazione però sono
altre le priorità.

«Va tenuto conto delle preoccupazioni locali della Val di
Susa per ridurre al minimo l´impatto ambientale del progetto e del cantiere. Ma
non c´è nulla da ridiscutere: se il centrosinistra vince, la attuerà. Piuttosto
dovrebbero finire questo tipo di sottolineature perché non dobbiamo accettare la
distorsione della legge elettorale proporzionale. È fatta per aprire una
competizione all´interno degli stessi due poli. Addirittura nella Cdl i tre
candidati si considerano alternativi. Siamo di fronte a un meccanismo pazzesco
di micro partiti nel centrodestra, alcuni di stampo fascista. Nel nostro campo
non devono esserci sottolineature di alcun tipo. Questa è una legge elettorale
concepita per moltiplicare le differenze mentre il centrosinistra deve mantenere
lo spirito di coalizione e il programma ampio rappresenta la base per i prossimi
cinque anni».

Ma è proprio sul programma il malcontento.
 «In trecento pagine è
certo che tra i nove partiti del centrosinistra si possano trovare delle
differenze. Noi dobbiamo ora preoccuparci di contrastare il centrodestra che un
programma non ce l´ha. Voglio vederli mettere d´accordo Calderoli e Fini,
Tabacci e Bondi, Rauti e Gasparri, la Mussolini e la signora Saya su un
programma».

Illy, il “governatore” del Friuli, chiede che il programma sia
riscritto perché «troppo a sinistra»: e lei, onorevole Rutelli, lo condivide al
cento per cento?

«È un buon programma, un buon punto di equilibrio. Comunque
venerdì 24 la direzione della Margherita approverà un proprio documento
concordato con Prodi e i Ds, nel quale saranno sottolineate una serie di
priorità che sono emerse negli ultimi mesi e che saranno il baricentro, l´asse
del governo in linea con il discorso di Prodi al teatro Eliseo».

C´è una
rincorsa a smarcarsi?

«È chiaro che ciascuno di noi avrà un profilo nella
campagna elettorale ma vanno difese l´unità e la validità di un accordo
sottoscritto».

Bertinotti deve cambiare strada?
«Se il segretario di
Rifondazione porta a responsabilità di governo gruppi poco propensi solitamente
a prendersi responsabilità generali, è un bene. Deve riuscirci però e garantire
la fedeltà e lealtà di chi candida».

Sul ritiro dall´Iraq, come Zapatero?
«Ci
metteremo forse un po´ di più che Zapatero, vale quanto sottoscritto nel
programma».

Lei ha detto che l´Unione confermerà l´amicizia con Israele e che
una delle «poche cose buone del governo Berlusconi» è stata questa. Si apre un
altro fronte con la sinistra radicale sulla politica estera?

«Vorrei spiegare
perché l´ho detto, e confermo che il centrosinistra non cambierà atteggiamento
nei confronti di Israele. Negli ultimi due anni la maggioranza moderata
israeliana ha sposato la linea del negoziato con i palestinesi, a condizione che
sia possibile farlo con Hamas. Prima Israele si arroccava, oggi è consapevole
che bisogna restituire l´80-90% dei territori occupati e questa è una
rivoluzione. Noi e tutta l´Europa non possiamo che essere favorevoli a questa
svolta. Olmert inoltre ha fatto capire di pensare a una coalizione di
centrosinistra se il suo partito, Kadima, vincesse».

Lei è andato in cerca di
un´alleanza con Kadima inseguendo il progetto di un´Internazionale democratica:
mira a sciogliere l´Internazionale socialista, la “famiglia” dei Ds?

«A
sciogliere con il Viakal…no, la Margherita non vi entrerà però mai, questo è
sicuro».