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7 Settembre 2005

Quirinale: Parisi, perche’ no De Mita?

Autore: Umberto Rosso
Fonte: la Repubblica

PORTO SANTO STEFANO – De Mita al Quirinale? E perché no? “Assolutamente candidabile”. Non è una vera e propria investitura, quella che Arturo Parisi ha lanciato ieri dalla Festa della Margherita, ma certo è una sorpresa il riconoscimento che il capo degli ulivisti dielle ha voluto pubblicamente tributare all’ex segretario della Dc. E intanto, Marini – chiedendo a Prodi di guidare la lista proprozionale della Margherita – riapre la vecchia polemica sul “con chi” candidare il capo dell’Unione.

Fra Parisi e De Mita, quasi sempre in polemica all’interno del partito, con i parisiani che hanno spesso assunto Ciriaco come simbolo della “vecchia politica”, sembra arrivata l’ora del disgelo. In omaggio al clima di pax che segna la kermesse della Margherita.

Dunque, se Ciampi non dovesse tornare in pista, accanto a nomi come Casini, D’Alema, Napolitano, Amato, Parisi annuncia che nella schiera dei papabili “non escludo nessuno fra quelli che hanno titolo per aspirare alla carica, a parte Berlusconi”.

Ciriaco è seduto nelle prime file, accanto alla figlia Simona, Parisi lo indica e sorprende la platea: “Perché non candidare De Mita, ha tutti i requisiti”. E sorprende anche l’ex leader dc, oggi segretario regionale dielle in Campania, che non se l’aspettava e ci scherza su: “Non ho l’età per il Quirinale”.

Non sarà mica un tiro mancino da parte di Parisi, gli chiedono. Ma no, continua a scherzare De Mita, “Parisi non è mai stato democristiano e quindi non fa l’ipocrita”. Non è un’investitura secca per il Colle, chiarisce poi il presidente dell’assemblea federale della Margherita, “nella lista dei papabili entrano ex presidenti del Consiglio ed ex presidenti dei due rami del Parlamento, quindi appunto De Mita potrebbe far parte di diritto della rosa, così come per esempio Mancino e Dini”.

Ma è comunque un segnale lanciato, non solo alla Margherita ma anche ai ds. Perché Parisi così rompe quello schema classico che, con Prodi a Palazzo Chigi, vedrebbe un ds al Quirinale. Automatismo che al leader ulivista evidentemente non convince.

E se Parisi lancia De Mita, Franco Marini lancia Prodi alla guida della liste proporzionali della Margherita. “Sarebbe un onore – spiega il segretario organizzativo dielle – se decidesse di rivedere la sua storia, e nel rispetto di tutti dicesse che la sua estrazione è la Margherita”.

C’è Rutelli di fronte. Marini lo guarda e gli chiede: “Sei d’accordo, Francesco?”. Il presidente del partito si limita a sorridere. Cosa che non fa per niente Vannino Chiti, interlocutore nel dibattito.

Proposta bocciata: “E’ difficile chiedere a Prodi di fare il candidato della minoranza della Margherita dal momento che è il candidato premier dell’Unione”. Semmai Prodi si dovrebbe collegare nel proporzionale “con le forze che sono rappresentanti dell’Ulivo”. Come a dire, con la Quercia.