Era il giorno di Santa Silvia vedova e Romano Prodi aveva fatto sapere attraverso il suo ufficio stampa di aver incontrato l’ambasciatore di Israele ma anche un diplomatico del governo iraniano. Uno di quei vezzi da premier-ombra che il Professore si concede da qualche tempo a questa parte.
Anche se il vis-à-vis più intrigante Prodi lo aveva tenuto per sé. Il 3 novembre il capo dell’opposizione è stato riservatamente ricevuto dal cardinale Camillo Ruini col quale – da anni e negli ultimi mesi in modo speciale – si è combattuto senza sconti semantici. Certo, negli anni della comune giovinezza trascorsi nella Bassa reggiana, don Camillo chiamava Romano il giovane professore, che infatti nella primavera del 1969 chiese a monsignor Ruini: «Io e Flavia ci sposiamo, vorremmo che celebrassi tu».
Ma tutto quel vissuto padano, agli occhi di Ruini, venne vanificato il giorno in cui l’amico di un tempo, non solo si alleò con i comunisti, ma poi vinse le elezioni. Perciò il recente incontro («Un’ora e 40 minuti profondi, senza ipocrisie», ha confidato Prodi ai suoi), non ha cancellato le ruggini personali, ma ha avviato un disgelo politico. Avvenire, il giornale dei vescovi, pubblica editoriali più equilibrati e qualche giorno fa Prodi ha fatto trapelare la sua «amarezza» per una manifestazione che rischiava di essere male intepretata.
E dunque il vis-à-vis Ruini-Prodi può aiutare a capire – indirettamente certo – perché ieri piazza Farnese fosse tutta rossa, disertata dai cattolici impegnati in politica. Sempre così trasversale, sempre così mescolata, sempre così cattolica e comunista, ieri la sinistra era sola. Senza prodiani, rutelliani, margheritini, né cattolici-democratici. Oramai tutto l’universo cattolico del centrosinistra – Francesco Rutelli per primo – è impegnato in un’opera di cucitura con le gerarchie e la base cattolica, nel faticoso tentativo di evitare nuovi strappi, nuove «provocazioni». O parole male interpretabili, come quelle pronunciate proprio da Prodi sui «cattolici adulti».
O lettere come quella spedita – sempre dal Professore – al leader dei gay Franco Grillini che tante critiche ha sollevato Oltretevere. Dice Pierluigi Castagnetti, presidente dei deputati della Margherita, già segretario di Dossetti alla diocesi di Bologna: «Manifestazioni come quella sui Pacs rivelano una straordinaria incapacità di percepire la delicatezza dei momenti e anche un ritardo nell’acquisire una responsabilità di governo». Naturalmente i vescovi stanno continuando e continueranno le loro battaglie sui temi eticamente sensibili. Ma dopo anni di plateale asimmetria tra i due Poli, la possibile vittoria elettorale del centrosinistra ha indotto la Chiesa ad una correzione di rotta. Anche in dettagli apparentemente trascurabili.
L’occhiuta cancelleria che presiede le udienze private del Pontefice sta distillando gli ingressi dei politici italiani con una curiosa cadenza: personalità del centrosinistra come Francesco Rutelli e Clemente Mastella sono stati ammesse alle Sacre Logge prima di leader del centrodestra come Silvio Berlusconi e Pier Ferdinando Casini. Un segnale non del tutto trascurabile, perché la cancelleria del nuovo Papa ha la «manica» più stretta di quella precedente. E poiché quel che veramente teme la Chiesa è una deriva zapateriana di tutta l’Unione, particolare cura è stata dedicata anche ai rapporti con il segretario dei Ds Piero Fassino, protagonista di incontri riservati con monsignor Giuseppe Betori e più di recente con Joaquin Navarro-Vals, il portavoce del Papa. Romano Prodi, Francesco Rutelli e, seppur con ben altro peso specifico, Clemente Mastella non hanno alcuna intenzione di perdere il credito recuperato negli ultimi mesi.
Certo, Prodi sta recuperando un rapporto – per decenni molto intenso – col mondo cattolico mentre Francesco Rutelli lo sta invece intensificando. Prima di Natale ha reso nota una proposta di legge, depositata in Parlamento due mesi prima, sulle cellule staminali non embrionali. Un progetto presentato a titolo personale (formula originale per un leader di partito), ma sottoscritto anche da singoli deputati ds e verdi e che è stato rilanciato con grande rilievo da Avvenire. La proposta di Rutelli che prevede l’utilizzazione di cellule staminali fetali, adulte e da cordone ombelicale (ma non embrionali) a fini terapeutici e di ricerca ha subito incontrato il plauso di cattolici ortodossi come il senatore di An Riccardo Pedrizzi e il ministro Rocco Buttiglione: «Mi auguro che tutta la Casa delle libertà possa appoggiare l’iniziativa di Francesco Rutelli».
E Prodi? Lui sa bene che la svolta in Vicariato si è consumata all’indomani della vittoria alle Primarie dell’Unione. «Un successo inequivocabile – ha scritto Avvenire – e ora il centrosinistra è Prodi». E proprio la forza dei numeri ha «piegato» Camillo Ruini: appena 17 giorni dopo le Primarie, Prodi era in Vicariato. Il cardinale ha preso atto della forza del Professore, Prodi ha chiuso la sua «guerriglia», ben consapevole che non tutti i cattolici che votano centrosinistra avrebbero tollerato un conflitto aperto con la Cei.