8 Giugno 2005
Quel proibizionismo contro le donne
Autore: Natalia Aspesi
Fonte: la Repubblica
IN VACANZA in luoghi dove non si trovavano quasi mai quotidiani nazionali (francesi) e solo talvolta quelli locali, più interessati a problemi di vigne e formaggi di capra che a quelli del mondo, al ritorno a casa sono ripiombata nel solito fragore del nostro Paese.
Dove nel frattempo erano continuati beati e irrefrenabili il dibattito, lo scontro, il litigio, le dichiarazioni, il chiacchiericcio, gli anatemi sul referendum (italiano), avendo tutto il Paese con accesso ai megafoni dell´informazione da dire la sua da mesi, sino a sfiancare anche il più assennato (e muto) cittadino, su quesiti che, a furia di trasformarli in olio bollente o carica di elefanti contro il nemico, sono diventati un fitto mistero e non si sa più cosa pretendano da noi.
Mi sono però arrivate notizie confortanti: e per esempio che la nostra Fallaci, disponendo di un arsenale immenso da far invidia agli americani in Iraq, si è scagliata come un sol uomo contro la suburra maleodorante, la poltiglia umana che oserà trasgredire ai suoi ordini andando a votare, e che il dio degli eserciti non voglia, a votare addirittura sì.
Stessa cosa per l´illuminato laico Giuliano Ferrara, che molti ricordano trascinarsi in ginocchio su indifesi sassolini puntuti nel percorso verso Fatima, il quale, così maestoso, è materialmente la barriera più sicura in difesa di tutti gli ovociti che dei serial killer vorrebbero mettere in pericolo andando a votare e addirittura, deficienti, votando sì.
Persa forse la più succosa, quotidiana lotta del Bene contro il Male (ma nell´ultimo Star Wars per fortuna vince il Male), ormai agli sgoccioli, che lascia i contendenti con la lingua fuori per la fatica, si vorrebbe potersi almeno fidare delle facce, con gusto lombrosiano: essendo sovrumano oltre che inutile lo sforzo di addentrarsi nella palude dei massimi sistemi eticogenetici ormai travolti dalla chiacchiera. Ma le facce, e quel che rappresentano, putroppo non aiutano, anzi confondono: Ruini e Rutelli, Prestigiacomo e Fassino, Pera e Letta, Fini e Palombelli, un casino.
Il presente è molto sconfortante, il futuro nero, e chissà perché nessuno pensa a noi, cittadini cui stanno demolendo a poco a poco (la legge 40 non è che l´inizio) quel che si è conquistato anni fa con tante lotte, con tanta gioia: come se della nostra rabbia, delle nostre speranze, dei nostri voti, non avesse bisogno più nessuno, contando forse per mille quelli del clero ubbidiente.
Ci sarà una ragione per cui si sta riproponendo una specie di separazione di genere, come ai tempi in cui le ragazze degli anni 70 manifestavano gioiose formando con i pollici e gli indici uniti il simbolo della femminilità vincente e i loro compagni, anche di sinistra, ne avevano una paura tremenda però le incoraggiavano innamorati.
Guardi la televisione e vedi un mare cupo di vecchi vescovi addobbati di rosso, maschi casti e severi che impongono l´astensione, oppure politici, quasi sempre maschi, quasi sempre, ma non solo, al governo e con cariche istituzionali, che dichiarano che loro a votare non andranno: tanto c´è sempre l´estero saggio per arrangiarsi e la Chiesa sarà riconoscente alle prossime elezioni.
Ma le donne, in maggioranza, anche le mogli degli astensionisti, non ci stanno: sanno che da questo referendum potrebbero uscire sconfitte soprattutto loro, il loro desiderio di maternità, di avere figli sani, di consentire la ricerca che può sconfiggere il dolore della malattia. Un primo passo verso altre proibizioni, altre punizioni, altre chiusure verso la già difficile vita femminile.
L´embrione avrà davvero l´anima Le donne, nei secoli, non hanno mai potuto chiederselo, neppure mentre morivano di aborto clandestino.