A noi tedeschi si addice il silenzio davanti a questo massimo crimine contro l´umanità. A fronte della totale insensatezza, della totale immoralità dell´assassinio di milioni di esseri umani, il linguaggio politico rischia di apparire del tutto inadeguato.
Vorremmo riuscire a comprendere questa realtà inconcepibile, che travalica ogni capacità di immaginazione umana. E inutilmente cerchiamo le risposte ultime. Ciò che resta, sono le testimonianze dei pochi superstiti e dei loro discendenti. Restano i documenti storici, le vestigia dei luoghi del crimine. E resta inoltre una certezza: quello che ha mostrato il suo volto nei campi di sterminio è il male nella sua stessa essenza.
Il male non è più una categoria politica o scientifica. Ma dopo Auschwitz, nessuno più può dubitare che esista, né che si sia manifestato nel genocidio commesso dal nazionalsocialismo sotto la spinta dell´odio. Dire questo non significa evadere nel vecchio discorso di un «Hitler demoniaco». Il male dell´ideologia nazista non è nato dal nulla. La durezza delle mentalità, la caduta delle inibizioni hanno avuto i loro precedenti. Ma c´è da dire soprattutto una cosa: l´ideologia nazista è stata voluta e attuata dagli uomini. Nel 60° anniversario della liberazione di Auschwitz da parte dell´Armata Rossa vi parlo come rappresentante della Germania democratica. E dichiaro di provare vergogna davanti alle vittime del genocidio, e davanti a voi, superstiti dell´inferno dei campi di concentramento. Chelmno, Belzec, Sobibor, Treblinka, Maidanek e Auschwitz ? Birkenau sono nomi che resteranno legati per sempre alla storia delle vittime, così come alla storia europea e a quella della Germania. Questo, noi lo sappiamo. Portiamo questo peso gravoso con sentimenti di lutto, ma anche di seria responsabilità.
Milioni di bambini, donne e uomini sono stati soffocati col gas, sfiniti dalla fame, fucilati dalle SS tedesche e dai loro complici. Ebrei, zingari Sinti e Rom, omosessuali, avversari politici e combattenti della Resistenza di tutta Europa sono stati schiavizzati fino alla morte o massacrati con metodi industriali, con freddo perfezionismo. Mai in passato si era prodotta una così profonda lacerazione, attraverso millenni di cultura e civiltà europea. C´è stato bisogno di tempo, dopo la fine della guerra, per misurare tutta la portata di questa lacerazione storica. Noi la conosciamo, anche se dubito che riusciremo mai a comprenderla. Il passato non può essere «superato», come si suol dire. Le sue tracce, e soprattutto i suoi insegnamenti si protraggono nel presente. Non vi potrà essere mai un compenso per l´immensità dell´orrore, dei tormenti, dei patimenti delle vittime dei campi di concentramento. Ma è almeno possibile dare una qualche soddisfazione agli eredi delle vittime e ai sopravvissuti. Di questa responsabilità, la Repubblica federale si è fatta carico da tempo, attraverso atti politici e giudiziari sostenuti dalla consapevolezza e dal senso di giustizia dei suoi cittadini.
Nelle foto vediamo giovani prigionieri dei campi che si tengono stretti l´un l´altro. Molti di loro, come la maggioranza dei superstiti, si sono dispersi in varie direzioni, ma alcuni sono rimasti in Germania. Di questo noi siamo grati. Oggi la comunità ebraica tedesca è la terza in Europa: una comunità vitale e in crescita. Nuove sinagoghe stanno sorgendo. La comunità ebraica rimarrà sempre una parte insostituibile della nostra cultura e della nostra società. La sua storia, così piena di splendore e di dolore, è a un tempo un impegno e una promessa.
Per proteggerla, i poteri dello stato vigileranno contro l´antisemitismo degli incorreggibili. Non si può negare che l´antisemitismo esista tuttora. Combatterlo è compito di tutta la Società. Mai più permetteremo all´antisemitismo di perseguitare e ferire questi cittadini, né di coprire di vergogna la nostra nazione.
Le forze di estrema destra, i loro scarabocchi e i loro slogan truculenti, dovranno essere oggetto di particolare attenzione da parte delle polizia e delle forze di difesa della Costituzione. Ma noi tutti dobbiamo affrontare anche politicamente il problema del nazismo vecchio e nuovo. E´ doveroso per ogni democratico contrastare con decisione le ripugnanti provocazioni dei neonazisti e i continui, insistenti tentativi di minimizzare i crimini del nazismo. In una democrazia forte e vigile non vi può essere tolleranza per i nemici della democrazia. I superstiti di Auschwitz ci invitano alla vigilanza, ci chiedono di non distrarci, di non essere sordi e ciechi, di chiamare con il loro nome i crimini contro l´umanità e di combatterli. E la loro voce trova ascolto, in particolare presso i giovani che ora imparano a conoscere con i loro occhi i luoghi della memoria di Auschwitz. Ci aiuteranno anche a parlare alle generazioni future, a renderle consapevoli dei crimini del nazionalsocialismo.
La grande maggioranza dei cittadini che vivono nella Germania di oggi non ha colpe per l´Olocausto. Ma ogni tedesco è portatore di una particolare responsabilità. Il ricordo della guerra e del genocidio perpetrato dal nazionalsocialismo è divenuto parte della nostra Costituzione. E anche se per molti ciò non è facile da sopportare, questo ricordo è inseparabile dalla nostra identità nazionale. Rammentare l´epoca del nazionalsocialismo e i suoi crimini è per noi un impegno morale. Lo dobbiamo non solo alle vittime, ai superstiti e ai loro familiari, ma anche a noi stessi.
E´ vero: grande è la tentazione di dimenticare e di rimuovere; ma noi non cederemo a questa tentazione. Il monumento all´Olocausto, nel cuore di Berlino, non può restituire la vita e la dignità alle vittime. Ma per i superstiti e per i loro discendenti può avere forse il valore di un simbolo delle loro sofferenze. E per noi tutti è un monito, un invito a non dimenticare.
C´è una cosa che sappiamo: non potrebbe esistere per noi né libertà, né dignità umana né giustizia se dimenticassimo quanto è potuto accadere quando i poteri dello Stato hanno calpestato la libertà, la giustizia e la dignità umana.La Germania guarda in faccia il suo passato. A partire dalla Shoah, dal terrore nazionalsocialista è nata e cresciuta in noi una certezza che si riassume nelle parole: «Mai più». Questa certezza, noi la vogliamo custodire. Noi tutti, tedeschi ma anche europei, e l´intera comunità degli Stati, dobbiamo imparare sempre di nuovo a convivere con umanità, nel rispetto e nella pace.
La Convenzione per la prevenzione del genocidio, che è l´espressione diretta di una dottrina del diritto dei popoli nata dall´Olocausto, impegna tutti gli esseri umani, indipendentemente dall´origine, cultura, religione o colore della pelle, a rispettare e a proteggere in tutto il mondo la vita e la dignità umana. Anche per questo, voi lottate attraverso l´insostituibile opera del Comitato internazionale per Auschwitz, nell´interesse di tutta l´umanità.
Insieme con voi, io mi inchino davanti alle vittime dei campi di sterminio. Se anche un giorno i nomi delle vittime dovessero sbiadire nella memoria dell´umanità, la loro sorte non sarà mai dimenticata. Esse riposano nel cuore della storia.
Discorso del cancelliere federale , in occasione delle celebrazioni per il 60°anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz
(traduzione di Elisabetta Horvat)