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22 Febbraio 2005

Prodi: “Nessuna apertura a Bush”

Autore: Valerio Varesi
Fonte: la Repubblica

BOLOGNA – «A George Bush non ho fatto nessuna apertura, le mie sono le tesi di sempre» si stupisce Romano Prodi sulla soglia dell´aula universitaria dedicata al fratello Giorgio nel complesso di San Giovanni in Monte. Quel «welcome» indirizzato al presidente americano in visita in Europa aveva fatto storcere il naso a molti in seno alla neonata «Unione» e suscitato commenti ironici tra gli esponenti della Casa della libertà. Ma Prodi non s´è scomposto e, in una serata dedicata alla presentazione del libro di Enrico Letta (L´Europa a venticinque Il Mulino), ha fatto notare come l´apertura sia piuttosto avvenuta nella politica americana. «Cinque anni fa chi avrebbe mai pensato che un presidente americano potesse cominciare il suo viaggio in Europa da Bruxelles, la capitale della Ue Si tratta di un riconoscimento importantissimo all´istituzione. In cinque anni – ha proseguito il professore – sono stati fatti grandi passi. L´Europa ha ora un ministro degli esteri, una identità. E anche un telefono» ha scherzato con una battuta ricordando come l´ex titolare della politica estera statunitense Henry Kissinger dicesse che «non si sapeva a chi telefonare quando si cercava l´Europa». Prodi, proseguendo dentro la metafora, ha fatto notare che «oggi c´è un centralino» e che «su molti problemi importanti s´è trovato un accordo». Con gli Stati Uniti, secondo Prodi, è necessario un rapporto «forte e stretto» perché soltanto in questo modo «si può salvare la pace». Anche se «tra amici sinceri, quando ci sono dei disaccordi occorre esprimerli».

Quella di un´Europa forte è una condizione essenziale per meritare il rispetto degli Stati Uniti secondo il professore. «Quando l´Europa s´è presentata unita, come sugli accordi di Kyoto, ha ottenuto che questi ultimi marciassero lasciando una porta aperta agli Usa. Quando si è presentata disunita, come sull´Iraq, non c´è stata nessuna intesa». Letta ha detto di non capire le polemiche sulla lettera di Prodi al presidente Bush. «Come non cogliere l´importanza della visita a Bruxelles del presidente americano che per la prima volta non viene a visitare singoli Paesi ma un´Europa unita». E il professore ha ricordato che per la mentalità statunitense non è stato un processo facile quello di riconoscere l´Europa. «Gli americani concepiscono l´unione come una federazione, con una unica lingua, un unico demos. Al di là di questo modello c´è il nulla. Invece – continua Prodi – noi abbiamo dimostrato che è possibile un altro sistema». Ottenendo, oltretutto, risultati importanti come sul tema della lotta al terrorismo. «Agli Stati Uniti – ha ripreso il Professore – conviene un´Europa forte e unita come interlocutore. E per il vecchio continente l´unità è l´unico modo per poter sperare di contare ancora qualcosa in futuro. Pensate a Paesi come la Georgia massacrata dai propri vicini. Entrando nell´Europa può finalmente sperare di non essere più aggredita».