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21 Luglio 2005

Prodi: “La cambieremo, no alle leggi ad hoc”

Fonte: Il Messaggero
ROMA – «Non si fanno le leggi ad hoc.
E´ chiaro che se si fanno questo tipo di leggi vanno messe in
discussione». Con questo commento alla riforma Castelli della
Giustizia, il leader dell´Unione Prodi annuncia in pratica che se il
centrosinistra vincerà le elezioni politiche metterà mano alla legge
sulla giustizia appena approvata alla Camera. Il giudizio
dell´opposizione sulla riforma non potrebbe essere più negativo, con
Fassino in prima fila nel definire la riforma «una ferita per la
Costituzione». «E´ stata approvata una revisione dell´ordinamento
giudiziario sbagliata e che rappresenta una ferita molto grave
nell´assetto istituzionale del nostro paese», dice il leader dei Ds.
«L´esito di questo brutto provvedimento – prevede Fassino – è che i
cittadini avranno processi più lenti, una giustizia meno efficiente, di
cui i cittadini avranno paura». Mentre il capogruppo ds Luciano
Violante parla di «prova muscolare» della maggioranza e polemizza con
l´Anm che «cadendo in una trappola», si è fatta «controparte» della
maggioranza politica, commettendo così un «errore» palese.

Per l´ex magistrato di Mani pulite Antonio Di Pietro anche la decisione
di Berlusconi di mettere la fiducia rivela la debolezza della
maggioranza. «Quello di oggi non è un voto sulla riforma della
Giustizia, ma una dichiarazione di resa, l´estremo gesto ricattatorio
dal bunker nel quale si è rifugiata questa maggioranza, che su questo
delicatissimo tema ha sempre rifiutato il dialogo, e ha imposto, per
debolezza, una decisione ricattatoria allo scopo di evitare la ritrosia
morale di qualche parlamentare nel segreto dell´urna».

Per il verde Pecoraro Scanio è stata una vendetta contro la
magistratura. «E´ una riforma contro i giudici e la magistratura ma
anche contro la funzionalità della giustizia in Italia. E´ stata fatta
per vendicarsi dei giudici che hanno condotto le inchieste contro i
politici corrotti. Sarà necessario intervenire per garantire ai
cittadini un sistema giusto e funzionale, le esigenze a cui questa
legge non risponde affatto». E l´ex ministro della Giustizia Diliberto
giudica la riforma «l´ennesimo esempio del garantismo fasullo della Cdl
che vuole solo colpire il principio di uguaglianza». Per questo,
aggiunge l´esponente comunista che si rivolge implicitamente al resto
del centrosinistra, «da parte nostra non ci sarà nessuna apertura a
tentazioni bipartisan, nessun accordo o accordicchio, nessuna apertura
sui pacchetti antiterrorismo che non saranno altro se non lesioni dei
diritti dei cittadini e violazioni della Costituzione».