ROMA – «Con ogni mezzo» l´Unione si opporrà alla riforma della legge elettorale. Sono le parole d´ordine che Romano Prodi scandisce in conferenza stampa alla fine del vertice del centrosinistra convocato a Montecitorio: un´ora e mezza, presenti leader e capigruppo, un rapido giro di tavolo. Del resto, contro la legge elettorale proporzionale che la Casa delle libertà vuole imporre «cambiando le regole a partita già iniziata», nell´Unione c´è «unanimità».
«Anche i partiti che sono tradizionalmente per il proporzionale si sono espressi affinché questa legge venga respinta», dice il Professore. L´opposizione è sul piede di guerra: «Metteremo in campo tutte le iniziative necessarie, in Parlamento e fuori, per contrastare» un colpo di mano. Continuerà quindi l´ostruzionismo parlamentare (tranne che per la legge sul risparmio se sarà accettato l´ordine del giorno anti Fazio), ma soprattutto si mobiliterà la piazza.
Una manifestazione al teatro Brancaccio a Roma, è stata la proposta concreta di Fassino: forse il 10 ottobre, il giorno prima del voto in aula sulla proporzionale. Solo la prima di una serie, anche contro la Finanziaria. La preoccupazione nell´Unione è forte: la Cdl ha «un´evidente paura di perdere» e con le nuove regole elettorali cerca di ribaltare il risultato o almeno di limitare il danno.
Ma ci sono le premesse perché la proporzionale «che non darebbe stabilità al paese», possa «passare». A questo punto però, nel nuovo scenario in cui ciascun partito va alla conta, spunta il dilemma del centrosinistra: con chi si candida Prodi? E´ un´ipotesi di cui il Professore per ora non vuole sentire parlare. «Su cosa accadrà con la riforma proporzionale si possono fare mille illazioni e siete così bravi ad inventarle voi giornalisti: sui giornali ce n´erano già 78 senza che io ne suggerisca altre», ironizza.
Ma le ipotesi già si rincorrono. Scartata dall´entourage prodiano quella che il Professore non si candidi affatto (sia cioè un premier investito dalle primarie ma fuori dal Parlamento), l´altra è che la Margherita torni sui suoi passi e dia il via libera a una lista unitaria.
Soluzione che appare tutta in salita. L´ipotesi più gettonata quindi, è quella di creare una “lista Prodi”: gli ulivisti della Margherita non aspettano altro, a cominciare naturalmente da Arturo Parisi. Potrebbero dare vita a una lista ad hoc. E se il Professore decidesse invece di candidarsi con i Ds?
Vantaggi e controindicazioni che l´entourage di Prodi liquida con un «non esiste parlarne» adesso; se cambia lo scenario, cambieranno le scelte. Così come archiviano l´offerta di desistenza rivolta all´Udc dal ds Vannino Chiti. «Desistenza con l´Udc? Non c´è alcun appello di nessun tipo. Noi ci appelliamo solo al paese perché capisca il sopruso che si sta tentando di fare», chiosa il leader dell´Unione.
Marco Follini replica a sua volta: «Altro che desistenza, io voglio cambiare la Cdl per battere l´Unione e starò sempre con uno schieramento alternativo al centrosinistra». Nel vertice Graziella Mascia (Prc) ha chiesto di smetterla «con messaggi contraddittori come questo». «Non scherziamo…», ha reagito Mastella, che ha anche proposto l´Aventino sulla legge elettorale. Opposizione fuori dall´aula così da evitare sospetti interni. Respinta.