ROMA – D´Alema denuncia «una campagna contro Prodi, una manovra politica tesa a indebolirlo». «Vecchia Italia», dice il presidente dei Ds, «salotti di king maker di professione, passeggiate romane…» in cui si parla di ricambio di classe dirigente, anche se a partecipare a questi dibattiti «sono, curiosamente, uomini nuovi solo perché lavati con Perlana». Il dito di D´Alema sembra puntato contro certi poteri forti, contro la politica vicina a questi poteri, senza fare nomi. Ma le sue parole riaccendono il dibattito nel centrosinistra alla vigilia del vertice dell´opposizione di lunedì con Prodi. Una sorta di chi va là, un monito che però muove da una certezza: «Prodi ha un progetto limpido al quale si oppone solo un chiacchiericcio. Lui dice: se c´è qualcun altro si faccia avanti e contiamoci alle primarie». Ma per l´ex premier il Professore è senza rivali: «È l´unico in grado di garantire il ricambio generazionale». Il suo discorso, spiega D´Alema, non riguarda Francesco Rutelli, in questi giorni indicato come colui che tira il freno sulla federazione ulivista: «Non credo che lui possa farsi interprete di questo disegno. Ci sono divergenze politiche – spiega il leader diessino al Riformista -. Lui pensa a una forza centrista all´interno del centrosinistra. Non demonizzo questa strada, ma la trovo viziata da un residuo di cultura proporzionalistica».
Nello stesso giorno, con un articolo su Europa, Rutelli fa il punto del dibattito nell´Ulivo. Non è una risposta a D´Alema, anche se, si fa notare nella Margherita, il discorso sul progetto politico rutelliano è sbagliato. Rutelli ha sempre negato l´ipotesi di una Margherita centrista e non ha nostalgie per il proporzionale. Lo ha detto molte volte. Ora dice che la strategia è tracciata: «Nascita della federazione ulivista, varo dell´alleanza delle forze democratiche per il governo. Alla guida di entrambe c´è Romano Prodi». Ma il presidente di Dl mette in guardia da un pericolo: «Riaprire continuamente discussioni metodologiche. Presentiamo un assetto di lavoro sereno, trasparente, leale e attuiamo le decisioni prese». Le questioni metodologiche però sono care al Professore e ai suoi fedelissimi per affermare il progetto della federazione, blindarlo e contemporaneamente rafforzare il proprio ruolo dentro il centrosinistra. Rutelli detta anche l´agenda dell´incontro di lunedì: devolution, finanziaria e Iraq. «Il periodo di venti mesi che ci separa dalle elezioni politiche sarà quello in cui si decide chi vince. Tutti noi siamo in corsa». Stavolta le parole di Rutelli appaiono come un gesto distensivo, una marcia di avvicinamento pacifica al vertice.
Ma lo snodo cruciale saranno le regionali. «Bisogna completare la scelta dei candidati, e spero che lo si faccia con spirito unitario. E´ un banco di prova per tutti noi: per Prodi, per i partiti, per i candidati. Ritengo che è una prova che supereremo bene, brillantemente», dice D´Alema. «Le regionali – afferma il presidente dei Ds – saranno un grande successo per il centrosinistra. Sono fiducioso e tutti ci impegneremo per consolidare la forza della coalizione, che è in crescita, e per espanderla conquistando il governo di diverse altre regioni». Qualche fumata bianca sui candidati c´è stata, da Burlando a Marrazzo. Però gli scontri non mancano, dalla Puglia alla Calabria. E alcune caselle sono ancora vuote.