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28 Settembre 2004

Prodi chiama i leader del listone “Risposte evasive, no al vertice”

Autore: Goffredo De Marchis
Fonte: la Repubblica

ROMA – Prodi insiste. Per lui il vertice di lunedì prossimo resta inutile, cioè non va fatto. «Ci sono delle risposte, dei segnali. Ma sono ancora insufficienti», ha spiegato ieri ai suoi fedelissimi. E lo ha detto anche ai leader del listone con il quale ha avuto più di un colloquio telefonico. Ha parlato con Piero Fassino, con Francesco Rutelli, con Enrico Boselli. Li ha avvertiti che la sua posizione non è cambiata. Senza drammi, si può annullare l´appuntamento. Questo pensa il Professore. A meno che non cambi qualcosa nel corso della settimana. Ma i tempi sono stretti. Fassino non accetta il rinvio. Garantisce la partenza del gruppo di lavoro che dovrà varare regole e procedure della federazione, gruppo composto da diessini, uomini della Margherita e dello Sdi e dal prodiano Scoppola. Ha spiegato al presidente della commissione Ue che è un primo passo nella direzione indicata nella lettera a Repubblica. Prodi ha apprezzato ma non abbastanza da dare il via libera. Manca sempre la voce forte e chiara della Margherita, un atto formale del partito che Prodi sente anche suo e che oggi vede lontano come non mai. Rutelli assicura che riunirà la direzione la prossima settimana. Troppo tardi per il Professore? Qualcuno, dentro Uniti nell´Ulivo, prevede tempesta. «I guai sono appena cominciati», è il pronostico cupo.
Tira in effetti un´aria brutta. Ecco perché Fassino comunque vuole il vertice, non concepisce slittamenti. «Siamo in stallo. E se vogliamo uscire dall´impasse, tutto ci possiamo permettere tranne che annullare la riunione di lunedì prossimo. Non ci capirebbe nessuno», spiega al direttivo della Quercia. Ci mette la faccia, ammette le difficoltà, fa capire che davvero l´incontro del centrosinistra con Prodi è in dubbio e il solco può diventare più profondo. «Anche perché la riunione non è solo della lista, ci sono anche gli altri partiti». L´annullamento sarebbe quasi un punto di non ritorno. E il segretario dei Ds, per il bene del Professore, lo mette in guardia: «Non deve muoversi in solitudine». Fassino non rinuncia al tema traballante della federazione. Difende la scelta davanti ai dirigenti della Quercia riuniti. Ma i dubbi aumentano, Fabio Mussi avverte: «Io non mi iscriverò mai al partito di Prodi, questo sia chiaro». Il coordinatore del correntone, all´uscita, sintetizza con sarcasmo l´attuale stato di salute del listone: «La federazione? Forse. La lista unica alle regionali? Forse. La candidatura di Prodi? Forse. La situazione è questa». Può sbloccarla un vertice preventivo dei leader del listone? Fassino si dice pronto a farlo. Può servire a qualcosa anticipare le primarie? Non fra 48 ore, ma i Ds sono disponibili a organizzarle già dopo il 30 novembre, l´ultimo giorno di voto nelle sezioni locali sulle mozioni del congresso. Già, il congresso. Se saltasse la federazione e con essa anche la candidatura di Prodi che assemblea sarebbe quella diessina? Quali nuovi scenari si aprirebbero di fronte all´appuntamento del 4-5-6 febbraio?
I Ds spostano l´attenzione sulla Margherita, sulle risposte che devono arrivare da quella parte. E la Margherita fa dei passi verso Prodi proponendo di anticipare le primarie, magari al prossimo gennaio, una data che può essere scomoda per i Ds e il loro congresso. Questo è uno dei risultati dell´ufficio di presidenza del partito di Rutelli riunito in «notturna», un modo per evitare dichiaratamente l´assalto mediatico, allontanare un po´ l´interesse dei giornalisti. Dl vuole dare corso alla federazione, ma su un altro punto caldo posto da Prodi non intende cedere: le liste alle regionali. Il diessino Chiti invece dice: «La lista unica sarà la regola». Sembra di assistere al classico gioco del cerino. Chi si brucerà se davvero Prodi e la federazione dovessero arenarsi?