Autore: L. Fazzo e F. Sansa
«La gara per il ponte sullo Stretto la vincerà Impregilo». Quando
i pm di Monza hanno letto i brogliacci delle intercettazioni telefoniche sono
rimasti colpiti.
Il colloquio intercettato infatti si svolge tra Paolo Savona –
al momento dell´intercettazione presidente di Impregilo, una delle due cordate
in gara per il ponte – e Carlo Pelanda, economista e amico di Savona.
Una frase
che ha sollevato l´attenzione degli inquirenti anche perché al telefono Pelanda
sostiene di avere saputo da Marcello Dell´Utri del probabile esito della gara
per l´appalto più costoso mai assegnato in Italia. Sarebbe stato il senatore di
Forza Italia a dare assicurazioni in tal senso. In effetti, il 13 ottobre la
gara è stata vinta da Impregilo.
La frase di Pelanda a Savona viene captata per caso. I microfoni degli
investigatori stavano registrando le conversazioni telefoniche dei vertici di
Impregilo (oggi rinnovati) nell´ambito di un´inchiesta per falso in bilancio e
false comunicazioni sociali che si trascina da tempo, e nella quale sono
indagati a vario titolo Paolo Savona e Pier Giorgio Romiti, figlio dell´ex
presidente di Fiat.
Il sostituto procuratore Walter Mapelli e il suo capo, il
procuratore di Monza Antonio Pizzi, al ponte non ci pensano nemmeno. Ma, a
partire dalla fine dell´estate, molte delle comunicazioni registrate iniziano a
riguardare proprio la gara: sono le settimane decisive, è in gioco l´appalto del
secolo, un´opera da 3,88 miliardi di euro. In lizza sono rimasti soltanto due
concorrenti, dopo il ritiro delle cordate straniere: Impregilo e Astaldi.
Per entrambi i concorrenti è una partita decisiva. L´affare è colossale sia
che il ponte venga costruito, ma anche (o soprattutto, come sostengono in molti)
che resti sulla carta, visto che il contratto prevede una penale stratosferica
in caso di recesso da parte dello Stato (il 10 per cento dell´importo totale,
cioè 388 milioni, più le spese già affrontate dal general contractor) dopo la
definitiva approvazione dell´opera prevista per il 2006. Così le telefonate, i
contatti a tutti i livelli sono incessanti. Nulla, però, di penalmente
rilevante.
Poi arriva quella telefonata che gli investigatori ascoltano e riascoltano.
Che passano ai pubblici ministeri. Pizzi e Mapelli si consultano a lungo sul da
farsi. E alla fine, nel corso di un interrogatorio di Paolo Savona, gli
domandano: «Il professor Pelanda le ha detto che voi avreste vinto la gara per
il ponte. Come faceva a saperlo? E Marcello Dell´Utri che cosa c´entra?». Savona
risponde: «Era una legittima previsione: Pelanda mi stava spiegando che noi
eravamo obiettivamente il concorrente più forte». I pm di Monza, tuttavia, sono
convinti di avere in mano altri elementi per nutrire qualche dubbio sulla gara
di aggiudicazione.
Paolo Savona e Carlo Pelanda (economista ed editorialista del Foglio e del
Giornale) si conoscono da anni, hanno scritto libri insieme, niente di strano
che si sentano e che parlino anche del Ponte. Ma Pelanda chiama in causa il suo
amico Marcello Dell´Utri, senatore di Forza Italia, stretto collaboratore di
Berlusconi. Anche Pelanda e Dell´Utri si conoscono: Pelanda è stato presidente
dell´associazione “Il Buongoverno”, fondata proprio dal senatore.
In Procura c´è molta cautela: non si vuole danneggiare Impregilo, la più
grande impresa della zona, soprattutto adesso che i vertici coinvolti
nell´inchiesta sono cambiati. Ma da quelle parole e dagli altri elementi
raccolti, il procuratore Antonio Pizzi (già noto per essersi occupato delle
inchieste sul Banco Ambrosiano e le Bestie di Satana) potrebbe decidere di
avviare un´inchiesta per turbativa d´asta. E se questa inchiesta venisse aperta
nel fascicolo potrebbe comparire anche un altro nome importante: quello dell´ex
presidente della Repubblica Francesco Cossiga, che figura nei brogliacci delle
intercettazioni per alcuni contatti con Pelanda. L´ex presidente e l´economista
sono infatti in buoni rapporti. Pelanda è stato consigliere della Presidenza
della Repubblica (mentre oggi risulta consulente del ministro della Difesa
Antonio Martino).
A questo si riferiva lo stesso Cossiga quando, durante la
puntata di Porta a Porta del 5 ottobre, ha rivelato: «Sono stato intercettato da
un pm mentre parlo con un mio amico che brigava per ottenere gli appalti del
Ponte».