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6 Maggio 2001

Per l’Ulivo un’asta da dieci milioni

Autore: Laura Mancuso
Fonte: la Repubblica - Bologna


Dieci milioni ha fruttato ai candidati dell’Ulivo l’asta culturale organizzata venerdì sera alla sala Corticelli di via Andreini. Il pezzo più caro è stato battuto a 1.300.000 lire, spese dall’ex cestista Angelo Rovati per portarsi a casa la bozza del simbolo dell’Ulivo disegnata da Valerio Adani nel ’95 e offerta nientemeno che da Romano Prodi.
Dieci milioni raccolti grazie alla generosità di chi ha offerto i propri cimeli, ma soprattutto del pubblico: c’è chi è arrivato a pagare 130 mila lire per aggiudicarsi il disegno di una bimba dell’asilo, e chi ne ha scucite 160 mila per un’automobilina di plastica celeste: si trattava di una Trabant dell’89l’auto simbolo della Ddrdel valore commerciale di 15.000 lire, ma comprata nei pressi della Porta di Brandeburgo. La riuscita dell’iniziativa si deve anche all’instancabile Patrizio Roversi, nella veste di battitore d’asta, che ha presentato ogni lotto con un umorismo a tratti irresistibile, e ha convinto i più incerti all’acquisto. Non ci si è accapigliati per le videocassette del corso di aerobica di Cindy Crawford: con 50.000 una signora s’è portata via tutta la collezione.
Unico invenduto, un corso d’inglese multimediale: del resto, chi non ne possiede già uno? Numerosi i volti noti, presenti nel duplice ruolo di donatori e acquirenti: Marcello Iori è arrivato con i suoi pennelli ed è andato via con “Il perditempo” di Eugenio Riccomini corredato dei disegni dell’autore (una falce, un martello, le quattro torri e l’immancabile papillon); Federico Enriquez ha elargito svariate copie del CameraFabietti, il manuale di storia Zanichelli messo all’indice da Storace, e si è aggiudicato due litografie di Vespignani. Il lotto «molto di sinistra» offerto da Eco (un autoritratto e un libro sul linguaggio in coreano) ha trovato un acquirente misterioso, che se l’è accaparrato tramite telefonino. Centottanta mila lire sono state spese per il “Vero dauno pugliese”, praticamente un sasso a torre che, a detta di Stefano Vito Bicocchi che l’ha reperito, nel 300 avanti Cristo era utilizzato come zavorra da pesca. Assenti Francesco Guccini, il poeta Roberto Roversi, lo scrittore Stefano Benni, e poi ancora Bergonzoni e Bonaga che comunque hanno contribuito donando 45 giri d’epoca, quaderni, poster antiBerlusconi e locandine. «I soldi raccolti al termine dell’asta serviranno a finanziare la campagna “Adotta un indeciso” informa Giovanna Grignaffini, la candidata ds che ha ideato l’iniziativama anche per festeggiare adeguatamente la vittoria». Lieto fine anche per Patrizio Roversi, che ha tormentato tutti per l’intera serata alla ricerca della sua giacca nera. A mezzanotte, con la sala vuota, l’ha ritrovata. Salvo che era blu.