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27 Aprile 2005

Partito unico dello sperpero

Autore: Antonio Padellaro
Fonte: l'Unità

Alla crisi ripugnante, come l’ha definita Silvio Berlusconi sul Giornale di famiglia, segue un degno governo imbottito di 99 tra ministri, viceministri, sottoministri e con un solo, evidente programma: spendere quel poco che resta nelle esauste casse statali.

Un tale record di poltrone si giustifica, infatti, solo con la voracità di confraternite, clan e clientele dell’ex maggioranza che avendo un anno ancora per fare festa cercheranno di spremere il Berlusconi Bis fino all’ultimo sottosegretario.

Si spiega anche il mistero Storace: ovvero perché mai si sia spaccato un partito, An, per dargli la Salute. Ma perché c’è il contratto dei medici e lui, grande esperto di spesa sanitaria non verrà meno alla sua fama, consolidata nelle Asl laziali. Mentre l’Udc Baccini, grato per aver riavuto l’abito blu ministeriale è pronto ad esaudire l’intero pubblico impiego.

In totale alcuni milioni di persone da cui il centrodestra in cambio di aumenti si aspetta voti, quando sarà il momento. Nel contempo, l’incredibile premier annuncia la riduzione dell’Irap per 12 miliardi di euro in tre anni, il che significa però togliere soldi proprio alla sanità regionale.

Come spendendo a più non posso e riducendo importanti fonti di entrata si possa portare il rapporto tra debito pubblico e Pil sotto il cento per cento, resta un mistero. Il creativo Tremonti un’ideuzza l’aveva avuta: vendere le spiagge e finanziare con i proventi grandi piani per il turismo nel Sud.

Ma è stato sommerso dalle risate e annientato dalla battuta del collega Pisanu: «Finalmente è stata risolta la questione meridionale». L’insensata esibizione di questa compagnia di comici naturali che giocano con i conti dello Stato in una gara a chi le spara più grosse pone un drammatico interrogativo per il futuro: cosa resterà in piedi di questo Stato, dei suoi bilanci, della sua solvibilità, della sua credibilità in Europa quando questa pericolosa banda sarà stata cacciata, come merita, dagli italiani Il loro capo, intanto, medita il partito unico. Sì, dello sperpero e dell’insolvenza.