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4 Luglio 2005

Parisi: un patto bipartisan per le riforme

Autore: Nino Bertoloni Meli
Fonte: Il Messaggero

ROMA «Il tema delle riforme dev’essere riconsiderato». Parola di Arturo Parisi, guardiano del bipolarismo oltre che dell’ulivismo, il quale lancia una proposta che potrebbe aprire scenari inediti per la prossima legislatura.

L’ex sottosegretario di Romano Prodi a palazzo Chigi delinea se non una nuova Bicamerale, qualcosa che le somiglia molto («ma lo strumento non è la cosa principale», precisa), si dice pronto ad affrontare il tema della revisione delle regole istituzionali rimaste incompiute e lo fa con una indicazione precisa: l’offerta al centrodestra di fare insieme le regole, un patto per le riforme bipartisan, con la conseguente messa in soffitta della nefasta prassi delle riforme a maggioranza.

E’ il modo parisiano e ulivista di rispondere a quanti vedono dietro l’angolo inciuci centristi, impossibili ormai in questa legislatura, ma temuti o auspicati a seconda dei punti di vista per la prossima.

Scandisce Parisi: «Un patto per le riforme da scrivere insieme, maggioranza e opposizione, nella prossima legislatura. Per noi è tutto nel solco della continuità, il primo punto del programma dell’Ulivo del ’96 già lo provedeva». Non si ferma qui, il professore sassarese. Né si arresta davanti a possibili cambiamenti di leggi elettorali o di forme di governo.

Dice: «Io sto ben attento a distinguere tra bipolarismo e regole elettorali, non è che per tenere il primo bisogna essere vincolati all’attuale Mattarellum, ci sono tanti altri sistemi che lo garantiscono. Poi c’è la forma di governo da adattare, e ancora bisogna tener conto della Convenzione europea. Insomma, lavoro da svolgere ce n’è tanto».

E’ il modo parisiano e ulivista di replicare a Pierferdinando Casini, che nel delineare un futuro partito dei moderati, non ha lesinato critiche a Prodi. «Casini è paradossale. Invece di trarre le conseguenze del loro congresso uscendo dal governo, si è messo a criticare il leader del centrosinistra.

Lo fa perché ha cominciato la campagna elettorale, e lo fa perché si pone in termini di competizione con noi, in uno schema in cui i due attacchi si contendono la palla». Ancora, «Casini sbaglia a indicare solo nei Ds i guardiani del bipolarismo per le loro convenienze, no, i guardiani sono i cittadini, nella cui testa ormai il bipolarismo è entrato come una stella fissa».

Questa tesi dell’Udc competitor al centro è assai diffusa nella Margherita, accomuna più o meno tutte le componenti. Il ragionamento è che Casini e Follini bocciano Berlusconi senza se e senza ma, e lo fanno per tenere di là, nel centrodestra, voti moderati e cattolici che hanno già abbandonato il Cavaliere. «E quindi menano su di noi della Margherita, diventano nostri competitori, altro che convergenze centriste», sottolinea Beppe Fioroni, il vice di Marini all’organizzazione.

E aggiunge: «Noi non viviamo con la testa rivolta al passato, il sistema bipolare è ormai entrato nella testa degli italiani. La Margherita è una grande partito che si intesterà la vittoria elettorale». La Margherita riunisce oggi la direzione. Si va verso una convergenza interna su un documento unitario.