Parisi, nessun mistero dietro la caduta del Governo dell’Ulivo presieduto da Prodi

Caro Direttore,

nel contesto di una ricostruzione dei rapporti tra la Cia e il nostro Paese da parte del Presidente Andreotti leggo sul Suo giornale evocato ancora una volta il mistero della caduta del Governo dell’Ulivo presieduto da Romano Prodi.

“Fu una vicenda strana, cadde per un solo voto. La Pivetti era a Milano, e il giorno prima della fiducia aveva chiamato per sapere se doveva venire alla votazione, ma le risposero che non serviva. – avrebbe detto Andreotti – Dopo arrivò D’Alema, che fece la guerra in Kossovo. Poi a conflitto terminato, venne sostituito da Amato. E’ come se vi fosse stato davvero qualcuno a tessere i fili dell’Italia”.

Non è naturalmente mia intenzione contestare qua il tipo di ricostruzione, adottata sorprendentemente da Andreotti, che intercalando semplicemente un “guardacaso” tra gli eventi potrebbe suggerire l’esistenza di un disegno anche difronte al fatto che in quell’anno la primavera seguì “guardacaso” l’inverno.

Limitandomi ai fatti di mia diretta conoscenza vorrei solo lasciare agli atti che, per quel che riguarda la Presidenza del Consiglio, fu esattamente l’opposto. Non fu l’on. Pivetti a telefonare ma viceversa fummo noi a contattarla ripetutamente: chi scrive e per ben due volte personalmente il Presidente Prodi. Men che mai alcuno della Presidenza le disse di starsene a casa. Viceversa fu la signora Pivetti a segnalare prima a me la sua indisponibilità a venir meno ai suoi doveri di madre, ancorché per poche ore grazie a mezzi di trasporto adeguati alle sue necessità, e fu lei a manifestare successivamente al Presidente Prodi la sua indisponibilità in assoluto a venire a Roma per la votazione.

Questo per la verità e a futura memoria.

Arturo Parisi 

Presidente federale della Margherita

* DALLE PRIMARIE AL PARTITO DEMOCRATICO 17/12 gli Ulivisti a Roma: PARISI-PRODI-RUTELLI. MENICHINI con BORSELLINO,RICCI e ROSATO.