« Mi fa piacere che si sia trovato un accordo e mi auguro sia forte e
solido » , commentaRomano Prodi da Bologna. Di certo è il massimo che
al momento si potesse ottenere e infatti tutti si dichiarano
soddisfatti di una soluzione che, dice Franco Marini, « fa parte della
normalità democratica » e consente al partito di « dedicarsi in modo
serio ai problemi del Paese » , spiega Francesco Rutelli.
Il presidente della Margherita ha aperto i lavori della direzione
fugando i sospetti di tentazioni neocentriste (« il partito sta
convintamente nell’Unione »), negando altresì la competizione
elettorale coi Ds (« il tema del sorpasso è inesistente » , semmai ci
può essere « emulazione sulle proposte riformatrici ») e lanciando un
disegno « a medio termine » per la nascita di un partito democratico.
Rutelli dice di non considerare « un evento irreversibile l’attuale
mancanza di piena unità » ma, nel frattempo, il regime da « separati in
casa » garantirà agli ulivisti un quinto della rappresentanza
parlamentare nella prossima legislatura e il sostegno finanziario alle
iniziative politiche (la maggioranza avrebbe infatti respinto la
richiesta dei parisiani del 20% del bilancio del partito).
L’opposizione non guiderà aree e dipartimenti ma continuerà a sedere
nell’esecutivo, recita ancora il documento che fissa al 31 ottobre i
termini del tesseramento.
« Questo passaggio mette un punto ad una fase dolorosa e ci consente di
riprendere un cammino per noi sempre nella stessa direzione » , osserva
Parisi. Il progetto dell’Ulivo è infatti solo « congelato » e potrebbe
ripartire in caso di vittoria alle Politiche: « E’ evidente che un
risultato positivo riaprirebbe questa prospettiva » e anche il partito
democratico prefigurato da Rutelli « è in fondo un sinonimo dell’Ulivo
» .
Se l’accordo sgombra il campo da spettri di scissione, non cancella
però il sentimento di disagio degli ulivisti: « Continuo a provare
amarezza, sconforto e rabbia perché la rinuncia alla lista unitaria ha
avviato un processo di scomposizione molto pericoloso, a cui vogliamo
opporci » , spiega il Professore pensando alla competiton con i Ds,
allo Sdi « costretto a reinventare aggregazioni radical socialiste che
non annunciano niente di buono per il confronto tra cattolici e non » e
inducono l’Udeur « a ridefinirsi per contrasto in termini confessionali
» .
E poi c’è la preoccupazione per la Margherita: « Penso alla tentazione,
nelle situazioni locali, di una pulizia etnica guidata dall’illusione
che un partito nitidamente di centro possa avere più appeal — dice
Parisi — . Penso alla Lombardia, da dove arrivano notizie preoccupanti
di confronti con Formigoni ».