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23 Marzo 2005

Ora è il Professore che tratta per tutti

Autore: Nino Bertoloni Meli
Fonte: Il Messaggero

ROMA Tutti per uno, Prodi per tutti. D’ora in poi sarà questo il modo di procedere del gran capo dell’Unione: niente più trattative separate, niente più segretari, leader o aspiranti che telefonano a palazzo Chigi o che trattano ognuno per il loro partito, mai più convocazioni a Palazzo di otto e passa leader. No, d’ora in poi sarà Romano Prodi a trattare per tutti. Il leader dell’Unione è lui, spetta a lui avere a che fare con il governo e con i capi dell’attuale maggioranza.

La ”cessione di sovranità” ad personam è avvenuta al termine del vertice dell’Unione, durato poco meno di un’ora e dedicato quasi esclusivamente alla questione delle nomine: Authority e Rai. «Non è più possibile trattare ognuno per sè i propri rappresentanti», è stato il leit motiv sostenuto dal Professore e, a quel che raccontano, avallato da tutti i leader presenti.

Conclusione: si è deciso che sarebbe stato Prodi a chiamare Gianni Letta a nome di tutta la coalizione, così è stato e questo segna un ”nuovo inizio” della leadership prodiana. Una novità intervenuta fra l’altro su un capitolo – le nomine – al quale il Professore tiene moltissimo, «evitiamo in futuro che gli altri ci dividano raccontando una cosa a uno e un’altra cosa a un altro», e il pensiero è andato indietro nel tempo, a quando furono decisi i componenti di vari Cda Rai, con nomi dati per certi e poi scomparsi all’ultimo momento (questa volta, per l’Authority, è toccato al socialista Alberto La Volpe essere volatilizzato dopo che era stato dato per certo in quota Sdi).

Il Professore tiene a tal punto alle nomine, che ha in serbo la carta del suo ex consigliere giuridico a palazzo Chigi Franco Pizzetti come presidente della Privacy, un Pizzetti considerato in realtà più parisiano che prodiano, con un Arturo Parisi che si è fatto in quattro per la sua nomina(mentre Franco Marini ha piazzato Michele Lauria e si parla di Nino Rizzo Nervo, attuale direttore di Europa, come futuro componente del Cda Rai).

Sul merito poi, Prodi si è speso in prima persona con articoli di suo pugno inviati ad alcuni quotidiani, lo ha fatto per la Rai, lo ha fatto per le Authority denunciando le nomine precedenti del centrodestra.

L’avocazione di sovranità a Prodi era nell’aria da qualche tempo, e ha subito una brusca accelerazione dopo la confusione provocata dalle ultime nomine alle Authority, passata alle cronache come il ”pasticcio Violante” (così se ne parla negli ambienti dell’Ulivo) con gli scambi (gli errori?) di collocazione che richiederanno un bis di votazioni.