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6 Maggio 2005

“Niente elemosina dallo Stato”

Autore: Annalisa Camorani
Fonte: la Repubblica

MILANO – Niente “elemosina” dalle istituzioni: i parenti delle vittime della strage di piazza Fontana non ne hanno bisogno. E lo affermano, con forza, poche ore dopo le dichiarazioni del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che in mattinata aveva promesso: «Stiamo vedendo come si può rimediare con un intervento dello Stato». Ma nel pomeriggio l´associazione che raggruppa i familiari respinge le offerte di Berlusconi e quelle formulate il giorno prima dal ministro alla Giustizia Roberto Castelli: «Ringraziamo le istituzioni – dicono – ma le spese ce le paghiamo noi». Rispedite al mittente, dunque, anche le proposte del sindaco di Milano, di quello di Sesto San Giovanni e dei presidenti della provincia di Milano e di Lodi. Spiega Carlo Arnoldi che nella strage ha perso il padre: «Non abbiamo bisogno della carità delle istituzioni». I familiari «non vogliono obbedire – è la dichiarazione ufficiale – alla paradossale legge di uno Stato che non ha saputo inchiodare alle loro responsabilità gli autori della strage, ma è fermo nel chiedere alle vittime il conto del proprio fallimento giudiziario». Spiega l´avvocato di parte civile Federico Sinicato: «Per i familiari questo è un modo per sottolineare l´ingiustizia della sentenza di Cassazione, ma anche, e soprattutto, è una questione di dignità».
La presa di posizione è nata nel corso di una riunione indetta nella sede del comitato permanente antifascista contro il terrorismo a cui aderisce l´Anpi, i partiti, i sindacati e i familiari delle vittime di piazza Fontana. In maniera unanime i membri del comitato hanno deciso di organizzare per questa sera, alle 18, un presidio in piazza San Babila con corteo fino a piazza Fontana «per mantenere viva la sensibilità di tutti i cittadini che hanno manifestato sdegno contro la sentenza della Cassazione». Sulla sentenza le reazioni politiche non si fermano. La seduta del consiglio provinciale ieri si è aperta con un minuto di silenzio. Fabio Mussi dei Ds, sottolinea che «la lunga scia di misteri su quanto è accaduto negli ultimi trent´anni nel nostro Paese comincia a risultare irrimediabile. Troppi segreti di Stato sono stati frapposti, credo che questo debba diventare uno dei punti del nostro programma». Anche Paolo Bolognesi, presidente dell´associazione dei familiari delle vittime della strage alla stazione del 2 agosto 1980, fa pressioni, perché il segreto di stato venga abolito. Carolina Lussana della Lega crede che decisioni come quella della Cassazione «allontanino sempre di più la gente dalla giustizia». Ma secondo il giudice Claudio Castelli segretario nazionale di Magistratura democratica, «la sentenza per la strage di piazza Fontana dimostra l´inadeguatezza della legge. La sentenza delude le aspettative dei cittadini, soprattutto sotto l´aspetto del pagamento delle spese giudiziarie alle parti civili. Questa parte della normativa certamente andrebbe cambiata».
È stato il nodo delle spese processuali, infatti, a suscitare una grande mobilitazione, da giorni varie associazioni e numerosi cittadini hanno cominciato a raccogliere i fondi. Si è offerto di partecipare anche Guido Lorenzon, il professore padovano che nel processo di Catanzaro fu uno dei primi testimoni a carico di Freda.
Visto che le spese per il processo in Cassazione non dovrebbero superare i 4 mila euro (la cifra, comunque, sarà nota solo fra qualche mese) il comitato spiega che «il resto della somma che verrà raccolta servirà per finanziare progetti e iniziative che aiutino a non dimenticare ciò che è accaduto il 12 dicembre 1969 in piazza Fontana». A questo scopo è stato creato anche un conto corrente intestato all´avvocato Federico Sinicato: Banca Popolare di Bergamo, agenzia di Milano, piazza cinque giornate – Abi 05427 – Cab 01600. «Ringraziamo – fanno sapere i familiari – tutti i cittadini italiani che in questi giorni hanno dimostrato la loro solidarietà e la loro indignazione per l´esito tragico e sconfortante del processo».