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10 Maggio 2001

Montezemolo: “Ne parliamo la prossima settimana”

Autore: Luciano Nigro
Fonte: la Repubblica - Bologna


«Ne parleremo la prossima settimana». E’ il no comment più lungo e pieno di suspense della politica italiana quello che Luca Cordero di Montezemolo ripete sei, sette, otto volte, a Vignola, dopo l’annuncio bomba di Berlusconi a Porta a Porta («Montezemolo sarà ministro del mio governo»). Tutta l’Emilia dell’Ulivo gli chiede di fare chiarezza e di dire da che parte sta. I capi del centrosinistra lo bombardano di domande a mezzo agenzie di stampa. Ma lui irremovibile, nervoso come alla vigilia del gran premio della sua vita, ma sempre affabile, ripete lo stesso ritornello. «Devo ringraziare molto Berlusconi per le sue parole. Credo però doveroso, in questo momento, non fare alcun commento», dice al suo arrivo a Vignola, all’inaugurazione del Crit, quel centro di ricerca innovazione e tecnologica che Montezemolo ha lanciato come primo passo per un superateneo degli industriali della via Emilia, mettendo insieme le 14 aziende tra Modena e Bologna, tutte leader nella ricerca, compresa la sua Ferrari.
Ma non è per parlare di «brokeraggio della ricerca» che una folla di cronisti e di Tv è scesa tra i ciliegi e le fabbrichette di Vignola. Allora, avvocato, farà il ministro di Berlusconi? «Ne riparliamo la prossima settimana». Il 13 è decisivo? «Sì, ho il gran premio. Lavoreremo sodo, in questo fine settimana in Ferrari perché è un week end molto importante per noi oltre che, per altri motivi, per il paese». Una frase che non gli viene bene come al solito. Eppure Montezemolo l’ha meditata a lungo in una mattinata dai telefoni roventi. E l’ufficio stampa di Maranello l’ha messa nero su bianco. L’importante è prendere tempo, tenersi libere le mani. «Il silenzio», aveva confidato in mattinata ai suoi collaboratori «è la soluzione migliore». Ecco dunque la cronaca di un pomeriggio di silenzio da fracassare i timpani.
«Sono qui per occuparmi dei problemi dell’industria bolognese e modenese, cui dedico tanto del mio tempo e del mio entusiasmo, non per parlare di altre cose», mette le mani avanti alla conferenza stampa Montezemolo e pare un portiere mentre dispone la barriera di fronte a una insidiosa punizione. E mentre Romano Volta e Giancarlo De Martis, e il rettore di Modena Giancarlo Pellacani, parlano di ricerca applicata, lui si aggiusta la giacca, controlla i polsini della camicia a righe, si sistema i capelli, verifica che l’orologio sia al suo posto, appoggia le mani sul viso. Sbuffa persino. Così i giornalisti tornano alla carica.
Sembra una giornata importante per lei, avvocato. «Sì, sono contento, il Crit è un gran bel risultato», risponde lui inaugurando un teatrino da commedia degli equivoci.
Si sente come alla vigilia di un gran premio decisivo? «Alla vigilia di un gran premio importante, non abbiamo mai vinto in Austria», risponde strizzando l’occhio all’intervistatore.
Presidente, oggi le daranno la ciliegina d’oro a Vignola, vogliamo parlare anche della torta? «Era una torta aspettata, e da molti mesi è un riconoscimento che mi fa piacere, anche per questo è una bella giornata».
Allora va a fare il ministro?, domanda il cavaliere Ermanno Fabbri, industriale di queste parti. «Ho capito, continuate pure questa presa di fondelli», sbotta Montezemolo.
Presidente lascerà la Ferrari, se diventerà ministro? «Ci risiamo, tutte le vostre domande hanno quella finalità. Sapete che non sono abituato ad essere scortese, ma quello che dovevo dire sull’argomento, l’ho detto».
Ci dica almeno quando l’ha saputo. «Ragazzi, a parte gli scherzi, ho già detto e vi ripeto che ne parliamo la prossima settimana».
Lunedì? «La prossima settimana e basta».
Un catenaccio quello di Montezemolo che non cede neppure davanti al pressing dei politici. «E’ opportuno che faccia chiarezza», gli dice il presidente della Regione Vasco Errani. «Per ragioni di correttezza e lealtà sarebbe doveroso commentare prima e non dopo le elezioni», lo sfida Mauro Zani dei Ds. «Comprendo l’imbarazzo di fronte alla evidentissima forzatura del Cavaliere. Ma ci sono momenti in cui il fair play deve cedere il passo alla chiarezza», aggiuge Arturo Parisi.
I grandi capi dell’Ulivo, però, da Fassino ad Amato, da Parisi a Boselli e Castagnetti, sono convinti che il silenzio di Montezemolo abbia un solo significato: Berlusconi s’è venduto un altro ministro che non ha. «La Fiat – sottolinea Zani – aspetta l’esito del voto per prendere le proprie decisioni. Ma al gran premio di domenica l’Ulivo sorpasserà … e tanti auguri anche alla Ferrari».
E gli industriali come l’hanno presa? Che effetto ha fatto la notizia del giorno a Romano Volta? «Magari avessi i suoi problemi – scherza il presidente di Assindustria – . Certo, Luca ministro sarebbe un rilancio anche per l’Italia». E gli altri? Filo Berlusconi De Martis. Terribilmente dispiaciuto Fabbri, invece, che non sopporta il capo di Forza Italia e azzarda un’analisi psicofamiliare. «Spero che Luca resti alla Ferrari. Adesso fra l’altro ha anche una bimba piccola. Però ho paura che la moglie voglia andare a Roma».
E intanto a Maranello c’è persino chi minaccia la rivolta contro Forza Italia: «Se solo Berlusconi si azzarda a toccare le rosse…».