24 Luglio 2006
Monaco: “Tonino ha proprio ragione per i corrotti va cambiata”
Fonte: la Repubblica
ROMA – Il prodiano Franco Monaco rompe la tranquillità politica della domenica alle 13 e 38. Di Pietro si lamenta del silenzio rispetto al suo «disperato appello»? Monaco gli risponde: «Condivido le sue preoccupazioni».
Nell´Unione è la prima defezione importante. Il richiamo del leader di Idv ha fatto breccia su lei?
«Non è da oggi che la penso così. Anche la settimana scorsa, all´assemblea del gruppo, ho ribadito di essere favorevole all´indulto perché l´emergenza carceraria è drammatica. Però mi rifiuto di passare per uno che col suo voto avalla patti scellerati, anche se non me la sento di stroncare le attese di migliaia di detenuti che soffrono una condizione disumana. E condivido le preoccupazioni di Di Pietro sulla mancata esclusione dei reati finanziari, societari e contro la pubblica amministrazione».
E perché?
«Per tre ragioni: l´Ulivo l´ha pensata così fino a qualche mese fa. Quando si è discusso di indulto e amnistia alla fine della scorsa legislatura le nostre perplessità erano queste. Poi quei reati non c´entrano con il sovraffollamento delle carceri. È un argomento decisivo. Infine quando si ragiona sulle esclusioni e si parla di grave allarme sociale, si devono includere processi come Cirio, Parmalat, Bancopoli e Calciopoli che hanno una dimensione di massa e rivestono una valenza simbolica e pedagogica».
Qual è la sua soluzione?
«I colleghi che hanno seguito la discussione mi spiegano che la condizione per avere il consenso di una parte dell´opposizione, essenziale per conseguire il quorum, è quella di includere questi reati. Io ipotizzo una mediazione perché Di Pietro chiede proprio questo».
E quindi?
«In commissione Giustizia della Camera, il 10 gennaio scorso, quindi non un secolo fa, fu concordato un testo unificato sull´indulto, patrocinato da Pisapia e Buemi, che includeva i reati contro la pubblica amministrazione ma con il beneficio dell´indulto ridotto a un anno. È solo un´ipotesi di mediazione. Ma poi c´è una questione politica»
Quale sarebbe?
«Non bisogna vergognarsi della mediazione, ma dire la verità. Quello sull´indulto è un compromesso. Non è un accordo esaltante ma neppure un patto scellerato, è la condizione per fare l´indulto».
Bisogna dire con chiarezza alle gente che sta accadendo?
«Non è un testo che mi entusiasma, sono costretto a votarlo, però non deve passare l´idea che stiamo nascondendo qualcosa. Bisogna parlare chiaro: il compromesso è la condizione per ottenere ciò che ci preme. L´indulto, già di per sé, è un´eccezione alla certezza della pena, non si fa mai con entusiasmo. Si fa perché si è costretti».
Non è strano che ieri non si veniva incontro alla Cdl e oggi sì?
«Rispetto alla scorsa legislatura è importante che la Cdl abbia rinunciato alla contestualità con l´amnistia».
Ha parlato con Prodi e con Parisi delle sue perplessità?
«Su questo mi permetta di non rispondere».
Come si spiega il silenzio sulle richieste di Di Pietro?
«La materia è delicata e c´è un nervo scoperto. L´elettorato dell´Unione è vasto, sia sensibile alle esigenze dell´umanizzazione delle carceri, sia contrarissimo alle furbate e ai privilegi per i potenti. Ma l´Idv è parte integrante dell´Unione. Come abbiamo fatto con altri per altre materie, ora dobbiamo farci carico dei problemi che l´Idv pone».