ROMA – Accuse reciproche di strappi, di moratorie violate. Pontieri che vengono «bruciati» da una delle due sponde che dovrebbero collegare. La vigilia dell´assemblea federale della Margherita resta avvelenata. E in questo clima è sempre più vicina la possibilità di una conta sulla lista unitaria, cioè di una vera e propria spaccatura che in alcuni lascia il timore perfino di una scissione. Arturo Parisi, presidente dell´assemblea e vicinissimo a Romano Prodi si dice «sereno». Reagisce così a chi accusa i prodiani e il Professore di aver rotto la moratoria, di non aver lasciato il tempo a Francesco Rutelli di istruire la pratica lista unica. «Altro che moratoria sull´Ulivo – dice Parisi – . Ho sul mio tavolo una rassegna stampa di dichiarazioni e provocazioni che all´indomani delle elezioni regionali mettono un freno alla crescita dell´Ulivo. Solo che finora hanno parlato solo le voci contrarie all´Ulivo e alla lista unitaria. Non sarà consentito anche agli ulivisti della Margherita, che unici avevano finora rispettato la moratoria, di parlare finalmente in pubblico dell´Ulivo?». Insomma, Parisi chiede un confronto vero, una «operazione verità» che chiarisca la natura della Margherita. È diventata battaglia tra ulivisti e rutelliani. E se qualcuno sta provando a mediare, a ricostruire un rapporto, a non arrivare alla resa dei conti, oggi lavora in un campo minato. Il coordinatore Dario Franceschini e il braccio destro di Rutelli, Paolo Gentiloni, che sta preparando l´intervento del leader di domani, erano e restano aperti sull´ipotesi lista unica. Ma oggi nella logica di schieramento hanno meno margine di manovra. Si dice che nei giorni scorsi Parisi aveva accolto l´idea di votare non ora ma a fine giugno la decisione sulla lista; Franceschini stava mediando tra i prodiani da una parte e Rutelli e Marini dall´altra; lo stesso Rutelli era ancora in dubbio sulla decisione finale, pur essendo molto favorevole alla lista di partito. Poi sono arrivati gli strappi di ieri e dell´altro ieri. Così oggi il mariniano Beppe Fioroni, ormai identificato come un nemico della lista unica, fa notare che in Sicilia la Margherita è il primo partito. E il prodiano Franco Monaco gli risponde respingendo qualsiasi ipotesi di pace. «Francamente non sentiamo il bisogno nè di grida di guerra, nè di improbabili pontieri, ma più semplicemente di una serena ma franca discussione nella quale siamo decisi a fare valere le ragioni dell´Ulivo», dice Monaco. «Questo – aggiunge – deve fare un partito degno di questo nome quando dibatte su ciò che rappresenta la sua stessa ragione fondativa».