2222
30 Giugno 2005

Manovra da non rinviare

Autore: Tito Boeri
Fonte: La Stampa

E’ una coincidenza casuale, ma significativa. Ieri mentre la Commissione Europea ci concedeva tempi più lunghi per l’aggiustamento dei nostri conti pubblici, l’agenzia di rating Fitch procedeva a un (mezzo) declassamento del giudizio sul nostro debito. I due fatti ci ricordano quali siano i veri vincoli della politica economica in Italia. Non sono più quelli posti dalla Commissione, che sembra un cane che abbaia sapendo di non poter mordere: lo si vede dal contrasto fra gli allarmi di Almunia sullo stato dei conti e la scelta di non chiedere una manovra correttiva nel 2005.

Una Commissione con le armi spuntate ci espone direttamente al giudizio dei mercati, dunque al vincolo di credibilità del nostro debito. E la decisione di Fitch di portare l’outlook italiano da «stabile» a «negativo» per «il marcato deterioramento della finanza pubblica, caratterizzato da deficit crescenti e da un aumento del debito» è un nuovo segnale a un mercato che non abbaia, ma può mordere.

Se il differenziale con i Bund tedeschi è ancora contenuto, si è però stabilmente ampliato in un mese e mezzo. E ripetuti scricchiolii della calotta di vetro che protegge la credibilità dei nostri conti possono preludere a un suo sfondamento.

La scelta di Bruxelles non ci concede affatto una pausa prima di avviare il processo di aggiustamento. Al contrario, non c’è tempo da perdere. La correzione richiesta per riportare il disavanzo strutturale sotto controllo è attorno ai 2 punti di pil. Se non si vogliono aumentare le tasse, bisogna tagliare le spese e recuperare base imponibile. In pieno ciclo politico è più difficile tagliare le spese che recuperare base imponibile.

C’è molto da fare a riguardo. Una parte importante della riduzione del gettito degli ultimi anni è imputabile al peggioramento del rapporto fra contribuenti e fisco associato ai condoni varati in questa legislatura. E anche l’esplosione del lavoro fra gli immigrati si è accompagnata a un aumento del lavoro nero. Per recuperare base imponibile e contrastare il mancato pagamento dei contributi sociali occorre offrire un segnale di chiara inversione di tendenza rispetto alla gestione Tremonti dei conti pubblici.

Lo si poteva fare in Finanziaria, varando la rivalutazione degli estimi catastali e l’aggiornamento degli studi di settore. Non lo si è fatto e ieri purtroppo è arrivato un nuovo segnale negativo sulle intenzioni di questa maggioranza di recuperare base imponibile. Alla Camera è passato un emendamento di An che introduce un nuovo condono previdenziale, addirittura in «avanti», a tutto il 2005.

Il ministro Siniscalco si era presentato come il ministro che non avrebbe più permesso i condoni. E’ bene che lo dimostri sul campo, bloccando con un nuovo emendamento governativo al ddl sulla competitività un provvedimento, il condono previdenziale, che offrirebbe un nuovo segnale devastante ai contribuenti.